Oggi, lunedì 19 settembre,il Regno Unito e il mondo intero danno l’ultimo saluto alla Regina Elisabetta II, con le esequie più imponenti da quelle organizzate nel 1965 per Winston Churchill. Il funerale si tiene all’Abbazia di Westminster, in grado di accogliere fino a 2.200 persone. A Londra sono arrivate centinaia di teste coronate, capi di Stato e di governo e alti rappresentanti di istituzioni.

Il primo inno e la liturgia

Il reverendo David Hoyle ha aperto la liturgia dopo il canto di un primo inno solenne, ricordando con la voce rotta dall’emozione il valore simbolico dell’abbazia di Westminster nella lunga vita di Elisabetta II: che qui fu unita in matrimonio con il principe Filippo ancora da principessa ereditaria nel 1947 (inaugurando quella che sarebbe stata un’unione durata 73 anni); e sempre qui fu incoronata solennemente regina nel giugno del 1953, poco più di un anno dopo essere salita sul trono britannico alla morte di suo padre, re Giorgio VI. Il primo inno “The day thou gavest, Lord, is ended”, fu cantato anche alle celebrazioni del Giubileo di Diamante della regina Vittoria nel 1897.

Decano di Westminster: “Gratitudine e ammirazione”

“Gratitudine e ammirazione” per la regina. Queste le parole usate dal decano di Westminster, David Hoyle, per ricordare Elisabetta II.

Con gratitudine ricordiamo il suo impegno incrollabile per una chiamata così alta per tanti anni come regina e capo del Commonwealth. Con gratitudine lodiamo Dio per il suo costante esempio di fede e devozione cristiana. Con ammirazione ricordiamo il suo senso del dovere e la sua dedizione al suo popolo. Con gratitudine lodiamo Dio per il suo costante esempio di fede e devozione cristiana. Con affetto ricordiamo il suo amore per la famiglia e il suo impegno per le cause che le stavano a cuore. Ora, in silenzio, ricordiamo nei nostri cuori e nelle nostre menti i molti motivi di ringraziamento.

Ha detto il decano.

Alle esequie lo stesso inno delle nozze nel 1947

Uno degli inni cantati durante il matrimonio dell’allora principessa Elisabetta con Filippo Mountbatten è stato riproposto durante il funerale della sovrana. All’Abbazia di Westminster è risuonato l’inno basato sul Salmo 23:

Il Signore è mio pastore, non manco di nulla.

Arcivescovo di Canterbury: “La regina Elisabetta era gioiosa”

L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby ha ricordato così la sovrana:

Al suo 21esimo compleanno, la regina Elisabetta II, promise di servire il Paese e il Commonwealth, raramente una promessa è stata meglio mantenuta. Era gioiosa. Presente a tanti, e ha toccato tantissime vite.

Un biglietto scritto a mano da Re Carlo III sulla bara

Sulla bara della regina Elisabetta II, coperta dallo stendardo reale, c’e’ una corona di fiori raccolti in alcune delle residenze reali, Buckingham Palace, Clarence House e Highgrove. Ma c’è anche un messaggio personale del nuovo monarca, scritto a mano. Quest’ultimo ha recitato le preghiere e gli inni secondo le indicazioni del libretto della liturgia. A chiudere i funerali due minuti di silenzio e l’inno nazionale, God Save The Queen, che riecheggia tra la folla.