Le elezioni politiche 2022 potrebbero saltare al 25 novembre. Il motivo è il ricorso di urgenza presentato lo scorso 2 settembre dagli esponenti di Referendum e Democrazia con Cappato contro l’esclusione della lista dal voto per il mancato riconoscimento delle firme raccolte digitalmente. Negli scorsi giorni il Governo si è costituito contro l’ammissione della lista ma, se il ricorso dovesse essere accettato, un rinvio sarebbe inevitabile. Il Tribunale si pronuncerà oggi.
Marco Cappato e l’esclusione dalle elezioni politiche 2022
Non c’è stato niente da fare, per Referendum e Democrazia, la lista con cui Marco Cappato avrebbe dovuto presentarsi alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre. Un percorso stoppato dalla Corte d’Appello, che ha giudicato inammissibili le firme raccolte e consegnate per la prima volta digitalmente attraverso una pennetta Usb.
Il diniego di oggi non ci farà desistere, nelle prossime 48 ore predisporremo i ricorsi urgenti affinché si adegui lo strumento digitale alle farraginose, quanto poco sicure o trasparenti, modalità di raccolta firme cartacee per la presentazione delle candidature per le elezioni politiche.
Queste erano state le parole di Marco Cappato, che ci aveva tenuto a spiegare, dopo l’annuncio della decisione:
Le motivazioni differiscono, ma, in tutte le circoscrizioni, non si è tenuto conto delle modificazioni legislative sopravvenute dall’adozione delle legge elettorale e dall’introduzione della firma digitale certificata per sottoscrivere documenti ufficiali. Si sono interpretate restrittivamente norme datate senza tenere di conto del progressivo ampliamento dell’uso della sottoscrizione digitale nonché il precedente del milione di firme online raccolte l’estate scorsa a sostegno dei referendum eutanasia e cannabis ritenute valide dalla Cassazione.
Così la scelta di presentare un ricorso di urgenza al Tribunale Civile di Milano per ottenere la riammissione della lista e il riconoscimento della validità della firma digitale.
La decisione del Governo di costituirsi contro la lista Cappato
Poi, negli scorsi giorni, il Governo aveva deciso di costituirsi contro l’ammissione della lista Referendum e Democrazia con Cappato alle elezioni. Nella memoria depositata all’avvocatura dello Stato veniva contestato, in particolare, il riconoscimento della firma digitale, ma si faceva anche notare che “il provvedimento auspicato dai ricorrenti imporrebbe di differire lo svolgimento delle elezioni”. Scelta che aveva portato Cappato a rispondere:
Siamo di fronte a un ricatto istituzionale fondato però su ritardi e omissioni del governo stesso che fa pendere sulla testa del giudice del Tribunale di Milano la responsabilità dello spostamento delle elezioni. Se questo dovesse accadere sarebbe solo conseguenza dell’inerzia del governo stesso: se fosse intervenuto prima non ci sarebbe stato alcun rischio.
L’avvocato Giovanni Guzzetta, che ha preparato il ricorso presentato da Cappato, aveva invece dichiarato, dal canto suo:
Se il giudice non dovesse accogliere il ricorso, chiederemo di sollevare una questione di legittimità costituzionale, per la palese irragionevolezza del presunto divieto di presentazione in forma elettronica di liste in occasione delle elezioni, laddove, come sappiamo, da più di un anno la stessa identica procedura è ammessa invece per iniziative di un valore costituzionale altrettanto rilevante e cioè per le iniziative referendarie e le iniziative di legge popolare. Si tratterebbe di una violazione, flagrante e paradossale, dell’articolo 3 della Costituzione.
Si attende quindi la sentenza del Tribunale, prevista per oggi, 19 settembre, che potrebbe cambiare le sorti delle prossime elezioni. Non solo per Cappato e la sua lista, ma per tutti, visto che un accoglimento del ricorso provocherebbe un inevitabile rinvio del voto: si tratterebbe di ristampare e redistribuire le schede elettorali, operazione non eseguibile entro la data del 25 settembre.