Prove di dialogo tra Ungheria e Ue dopo la mozione presentata venerdì dalla Commissione sul riconoscimento di Budapest quale “Stato membro non democratico”. Nella mattinata odierna alcuni esponenti del governo di Viktor Orban hanno accolto favorevolmente le richieste di Bruxelles sulla gestione dei fondi europei di Coesione.
Ue-Ungheria prove di disgelo
Il pugno duro della Commissione Ue sortisce i suoi effetti sulle posizioni dell’Ungheria. La proposta di taglio ai fondi erogati a Budapest come conseguenza della violazione dello stato di diritto ha provocato colloqui fitti tra le parti fino alla momentanea distensione.
Questa mattina Bruxelles aveva approvato unanimemente il taglio di 7,5 miliardi di euro dai fondi di Coesione destinati all’Ungheria e di sospendere il 65% della somma totale (circa 22 mld), come illustrato dai Commissari al Bilancio e all’Economia:
La sistematica violazione dei principi dello Stato di diritto da parte dell’Ungheria ha costretto la Commissione ad adottare un atteggiamento di forza e determinazione per proteggere il corretto investimento dei fondi europei.
Johannes Hahn, presidente della Commissione Ue Bilancio
Difendiamo i valori dello Stato di diritto e proteggiamo il bilancio comune europeo. Le autorità ungheresi sono chiamate a rispondere con misure correttive concrete
Paolo Gentiloni, commissario all’Economia
Da Budapest apprezzamento per il dialogo costruttivo
Il problema per l’Ungheria è che i fondi del Pnrr rimangono ancora congelati in virtù delle sanzioni approvate dalla Commissione. Ma da Budapest la replica è arrivata seduta stante per bocca del ministro della presidenza del Consiglio ungherese, Gergely Gulyas, e del ministro della Giustizia ungherese, Judit Varga:
Il governo ungherese ha accettato le richieste della Commissione Ue e intende istituire un dipartimento anticorruzione e un gruppo di lavoro congiunto per supervisionare la spesa dei fondi di Coesione. Nella riunione di oggi, il governo ha discusso di questi impegni e li ha approvati, mentre le nuove leggi entreranno in vigore a novembre. I negoziati costruttivi degli ultimi due mesi vanno interpretati come un passo verso la fiducia reciproca
Gergely Gulyas ministro della presidenza del Consiglio ungherese