Italia ripescata ai Mondiali: la Fifa ha pubblicato un comunicato ufficiale all’interno del quale mostra il contenuto della sentenza definitiva che è stata effettuata dalla Commissione d’Appello, in seguito al ricorso che è stato presentato dal Cile e dal Perù.
Il ricorso verteva sulle modalità con le quali era avvenuto la qualificazione da parte dell’Ecuador ai prossimi Mondiali che si terranno tra pochi mesi in Qatar.
Il Cile ed il Perù, in particolare, hanno richiesto alla Fifa la squalifica dell’Ecuador dalla prossima competizione mondiale, per aver schierato in campo il difensore Byron Castillo, il quale secondo alcune indagini che sono state effettuate, tra le quali quella del Daily Mail, sembrerebbe essere nato in Colombia nel 1995 e non in Ecuador nel 1998, come veniva segnalato dal presunto certificato falso di quest’ultima.
Qualora la Fifa e le varie sentenze avessero deciso di accogliere il ricorso, allora l’Ecuador sarebbe stato estromesso dal prossimo Mondiale in Qatar, e, al suo posto, sarebbe stata ripescata un’altra nazionale.
La nazionale ripescata sarebbe potuta essere un’altra facente parte della federazione sudamericana, come il Cile o il Perù, oppure un’altra nazionale, come l’Italia che, per meriti sportivi e secondo il ranking Fifa, sarebbe quella maggiormente accreditata.
In seguito ai ricorsi che sono stati presentati dal Cile e dal Perù per quanto riguarda l’estromissione dell’Ecuador dai prossimi campionati mondiali, dopo l’archiviazione da parte della Commissione Disciplinare, è arrivata anche la sentenza di rigetto da parte della Commissione d’Appello Fifa.
Per cui, potrebbero essere svaniti per sempre i sogni dell’italiani di poter prendere parte ai prossimi mondiali in Qatar, anche se c’è ancora la possibilità di presentare un ultimo ricorso presso la Corte Arbitrale dello Sport.
Italia ripescata ai Mondiali? Spunta l’audio che incastra Byron Castillo e l’Ecuador
Il Daily Mail ha pubblicato un audio nel quale sarebbe stata registrata una conversazione di Byron Castillo, nella quale il calciatore colombiano confermerebbe di essere nato in Colombia nel 1995 e non in Ecuador nel 1998, come invece attesta il suo certificato di nascita.
Inoltre, il suo vero nome non sarebbe Byron David Castillo Segura, ma Bayron Javier Castillo Segura. Nell’audio il difensore parla di un suo trasferimento da Tumaco, in Colombia, a San Lorenzo, in Ecuador.
Ecco che cosa dice Byron Castillo nell’audio che è stato pubblicato dal Daily Mail:
“Ho attraversato il confine perché, sai, le squadre di Tumaco giocano a San Lorenzo. Sono andato a fare dei provini a San Lorenzo, me lo ricordo benissimo.
Non sono mai stato scelto per nessuna delle squadre dopo quei provini. Sono andato a casa, ho detto ai miei genitori che dovevo andare, ma in quel periodo non avevamo soldi. Non c’erano soldi. E ho iniziato a piangere.
Mio padre è partito verso le 7, è tornato alle 11 o 12, con soldi, 20.000 pesos colombiani. Con quello sono andato a San Lorenzo. Sono arrivato e ho iniziato a giocare senza alcun problema. Sono venuto qui perché volevo aiutare la mia famiglia.
Conoscevo la situazione a Tumaco, ho iniziato a giocare senza alcun tipo di problema, ignaro di tutto. Ora vedo i problemi che emergono”.
Il comunicato ufficiale della Fifa
“La Commissione d’Appello FIFA si è pronunciata sui ricorsi presentati dalla Federcalcio cilena (FFCH) e dalla Federcalcio peruviana (FPF) nei confronti della decisione presa dalla Commissione Disciplinare FIFA sulla potenziale ineleggibilità del giocatore Byron David Castillo Segura in merito alla sua partecipazione a otto partite di qualificazione della nazionale della Federcalcio ecuadoriana (FEF) nella competizione preliminare della Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022.
La Commissione di Appello, esaminate le argomentazioni di tutte le parti e previa udienza, ha confermato la decisione della Commissione Disciplinare di archiviare il procedimento avviato nei confronti della FEF.
Riteneva, tra l’altro, che sulla base degli atti presentati il calciatore fosse da ritenersi titolare della cittadinanza ecuadoriana permanente ai sensi dell’art. 5 par. 1 del Regolamento FIFA che disciplina l’applicazione degli statuti.
Le risultanze della decisione adottata dalla Commissione di Appello sono state comunicate in data odierna agli interessati. La presente decisione resta impugnabile davanti alla Corte Arbitrale dello Sport”.