C’era grande attesa per conoscere le relazioni presentate dai periti sullo stato di salute delle cabine nell’inchiesta sulla strage del Mottarone, avvenuta nel maggio 2021. All’attenzione del gip di Verbania, Annalisa Palomba, sono stati consegnati i documenti conclusivi dei due collegi incaricati, presieduti da Antonio De Luca (professore di Tecnica delle costruzioni all’Università Federico II di Napoli) e da Paolo Reale (consulente informatico all’Università Uninettuno di Roma). La sintesi delle conclusioni è chiara: l’impianto non era sicuro.
Strage del Mottarone, l’assenza di controlli causa del disastro
Le perizie presentate dai collegi incaricati aggravano notevolmente i gestori della funivia teatro della strage del Mottarone oltre un anno fa. Alla singola documentazione fornita dal collegio di De Luca si aggiungono i tre file del ramo informatico: uno relativo ai ‘sistemi NVR’ (i sistemi di telesorveglianza) della Stazione del Mottarone, l’altra alla ‘Catena di Custodia’ e la terza alla scatola nera. Tutti elementi utili in vista del processo che proseguirà il prossimo 20 ottobre con l’incidente probatorio.
Di seguito alcuni estratti delle perizie:
La fune traente della Funivia del Mottarone si è spezzata a causa del degrado della fune stessa in corrispondenza dell’innesto nella testa fusa, punto più delicato della fune. La causa della precipitazione della cabina n. 3 della funivia è dovuta all’inserimento di esclusori di funzionamento al sistema frenante di emergenza previsto da norma e presente nella cabina n. 3. Tali esclusori hanno impedito, in occasione della rottura della fune traente, che il sistema frenante di emergenza si attivasse andando bloccare in sicurezza la cabina sulla fune portante
L’analisi frattografica (legata alla rottura di materiale metallico) ha infatti mostrato che, in corrispondenza del punto di rottura della traente, il 68% circa dei fili presenta superfici corrose che testimoniano una rottura a fatica ragionevolmente antecedente la precipitazione
Estratto dalla perizia tecnica
Poi, la conclusione che più di tutte lascia il segno:
Con ragionevole certezza ingegneristica, si dimostra che negli ultimi mesi i controlli, peraltro non ritrovati in alcun Registro, non sono stati effettuati; una corretta attuazione dei controlli stessi avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado, ovvero la presenza di anche un solo filo rotto o segni di corrosione, e quindi di sostituire la testa fusa, così come previsto da norme”
Estratto dalla perizia tecnica