L’Italia rischia di pagare a caro prezzo la sua dipendenza energetica: se sul fronte gas le sanzioni alla Russia hanno posto il problema di cambio fornitori, su quello dell’elettricità spunta l’ombra di un assetto geopolitico Ue dove ognuno guarda in casa propria.
Un vero e proprio schiaffo al principio di solidarietà evocato da Ursula Von der Leyen alla presentazione del piano di emergenza energetica, solo qualche settimana fa. Lo sgarbo arriva dalla vicina Francia, che ha informato il ministero della Transizione Ecologica di futuri tagli alle forniture fino allo stop totale: banalmente, quell’energia esportata è ora indispensabile per il fabbisogno di Parigi dopo i recenti stop per manutenzione a 30 centrali nucleari d’oltralpe.
Francia pronta a tagliare i ponti dell’elettricità con l’Italia per due anni
Italia e Francia, il duello culturale diventa anche uno sgambetto sull’elettricità visto che Parigi ha intenzione di tagliare le forniture al nostro Paese almeno per due anni. E’ infatti questa la finestra temporale che servirà ai transalpini per completare i lavori di manutenzione della centrali nucleari più antiquati.
Come impatterà tale decisione sulle nostre importazioni? Poco nel caso specifico, molto nel quadro generale e tanto in ottica diplomatica: vediamo perché.
Attualmente l’elettricità francese costituisce il 5% dei consumi italiani, dunque una percentuale minima seppur enorme in termini di quantità. Il problema per l’Italia è che la decisione sarà con ogni probabilità emulata da molti altri governi, che renderanno prioritario l’interesse nazionale anche su quello economico. Svizzera, Austria e Slovenia, ossia gli altri Paesi da cui importiamo elettricità, se la passano piuttosto male e devono tenere a galla i colossi energetici per evitare la bancarotta.
Ma il punto più discusso è un altro: l’accordo Italia-Francia sull’elettricità era stato siglato a fine 2021 nell’ultimo incontro tra i due Paesi. A rompere il Trattato del Quirinale sarebbe stata la Germania, che avrebbe stipulato uno scambio reciproco con l’Eliseo per fornire più elettricità ai francesi in cambio di maggiori entrate di gas.
Rischio crisi energetica sempre più concreto
Dal MiTe fanno sapere di essere preparati da tempo in merito a tale eventualità, sottolineando come al momento sia solo un’ipotesi. Tuttavia la dipendenza energetica e il mix energetico italiano, nettamente sbilanciato verso il gas, rendono complicato e laborioso recuperare questo deficit. Intanto ad agosto il volume delle importazioni di energia è calato del 21%.
Sempre dal MiTe informano che la situazione dipinta oggi non risulta una novità anzi, i tecnici del governo italiano sono già a lavoro per capire se ci sono possibilità di tamponare la situazione futura. Ecco le parole ufficiali.
Il problema era già noto da mesi, e benché sia un’eventualità che non è detto si realizzi, i tecnici del ministero sono al lavoro su tutti gli scenari. L’Italia sta già lavorando a un piano per compensare qualsiasi possibile taglio alle forniture.
In questo scenaio si fa comunque fatica a capire quali potrebbero essere le mosse per arginare il problema del caro energia, passando dall’acquisto di più gas fino a valutare il carbone; un’ulteriore preoccupazione deriva poi come già detto da Svizzera, Austria e Slovenia che iniziano a guardare sempre più al nucleare.