È successo in West Virginia, negli Stati Uniti: il governatore repubblicano Jim Justice ha deciso di approvare una nuova legge statale che vieta quasi completamente l’aborto. Si tratta del secondo Stato, dopo l’Indiana, da quando lo scorso 24 giugno la Corte Suprema aveva cancellato la storica sentenza Roe vs. Wade, che garantiva il diritto all’aborto a livello federale, lasciando via libera ai singoli Stati.

West Virginia, cosa prevede la nuova legge statale contro l’aborto

È stata firmata dal governatore repubblicano Jim Justice, la nuova legge statale che in West Virginia vieta l’aborto in tutte le fasi della gravidanza. Le uniche eccezioni previste dal decreto sono in caso di emergenze mediche e per le vittime di stupro o incesto, fino all’ottava settimana di gravidanza per le donne adulte e fino alla quattordicesima settimana di gravidanza per le minorenni. Queste dovranno però sporgere denuncia alla polizia almeno 48 ore prima dell’intervento. Le minorenni potranno denunciare lo stupro anche a un medico, che dovrà poi informarne le autorità.

La legge è immediatamente entrata in vigore, eccetto che per le sanzioni penali, valide tra 90 giorni. Ad annunciarlo è stato lo stesso governatore, che su Twitter ha pubblicato un post in cui scrive:

Ho detto fin dall’inizio che se i legislatori mi avessero portato una legge che proteggeva la vita e includeva eccezioni ragionevoli e logiche, l’avrei firmata, ed è quello che ho fatto oggi.

La legge prevede che gli aborti consentiti siano eseguiti da un medico all’interno di una struttura ospedaliera, una disposizione che almeno due legislatori repubblicani hanno dichiarato essere stata pensata per bloccare gli aborti presso il Women’s Health Center, in primo piano nel fornire la procedura dal 1976 e unica clinica abortiva dello Stato. Chi pratica aborti illegali può rischiare fino a 10 anni di carcere. Poco dopo l’approvazione della legge, la direttrice esecutiva del Women’s Health Center of West Virginia, Katie Quinonez, ha infatti dichiarato che l’avvocato della clinica ha consigliato di sospendere immediatamente gli aborti. Decine di donne della Virginia Occidentale hanno già dovuto prenotare gli appuntamenti annullati in cliniche di altri Stati, come la Pennsylvania e la Virginia. Il Women’s Health Center ha fornito loro le risorse per prenotare gli appuntamenti all’estero e i fondi per coprire il viaggio e la procedura, ha detto la Quinonez. Anche l’ACLU (American Civil Liberties Union) ha rilasciato una dichiarazione, definendo la decisione del governatore una “legge sulla nascita forzata” e rimarcando come egli abbia “ignorato la grande maggioranza dei cittadini della Virginia Occidentale, schierandosi con gli estremisti con una legge tutt’altro che a favore della vita, che mette l’assistenza sanitaria salvavita fuori dalla portata di decine di migliaia di persone”.

Non è il primo Stato a vietare l’aborto

È salito così a due il numero degli Stati americani che hanno messo in atto delle strette sull’aborto dopo il ribaltamento della storica sentenza Roe vs. Wade da parte della Corte Suprema a giugno. Oltre West Virginia e Indiana, che nelle scorse settimane aveva già firmato una legge simile, ammettendo l’aborto solo in casi limite, sono oltre una decina gli Stati in cui l’interruzione di gravidanza è vietata e in cui il divieto era già in atto prima che entrasse in vigore la decisione della Corte Suprema.