Confermati i dati dell’inflazione in Italia e nell’Eurozona ad agosto: +8,4% e +9,1%. Lo scenario del secondo semestre rimane estremamente critico, in quanto dovrebbe riflettere le difficoltà causate dalla guerra in Ucraina e dal caro energia. Ma mentre si assiste a un rallentamento dell’inflazione legata alle materie energetiche, cresce a passo sostenuto il costo del carrello della spesa.
Inflazione, tra gli alimentari frutta e verdura schizzati alle stelle
L’Italia è messa meglio della media Ue sull’inflazione di agosto, tuttavia le previsioni per l’economia non sono affatto rosee. L’incertezza politica che segna il passaggio di consegne tra il Governo dimissionario e quello da formare ha provocato qualche brusco rallentamento che ha messo altrettanto in crisi i rapporti tra Roma e Bruxelles.
Le associazioni di categoria italiane, che siano espressione di imprese o consumatori, continuano a lanciare grida d’allarme per la tenuta del tessuto economico nazionale. Tra queste c’è Coldiretti, la voce dell’agricoltura italiana, che ha elaborato i dati Istat traendo le seguenti conclusioni:
+10,5% è l’inflazione del carrello della spesa, dunque superiore all’inflazione globale pari all’8,4%. In entrambi i casi, comunque siamo ai valori massimi mai raggiunti da quarant’anni ad oggi. Frutta e verdura sono gli elementi che più scontano i rincari, rispettivamente a +12,4% e +8,3%: non a caso entrambe hanno registrato un crollo di acquisti pari al 11% (soprattutto di zucchine, pomodori e arance).
Coldiretti: “Lavorare ad accordi di filiera”
Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, cerca di trarre le fila di un 2022 nero per l’agricoltura tra siccità e aumenti dei prezzi delle materie prime:
Occorre lavorare per siglare accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni
Ettore Prandini, presidente Coldiretti
Ma come si comportano gli italiani rispetto ai rincari?
Con l’aumento dell’inflazione il 51% degli italiani ha tagliato la spesa nel carrello a causa del ridotto il potere d’acquisto dei cittadini. Il 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa
Ettore Prandini, presidente Coldiretti