Attesa a Torino per la mostra su Doisneau, uno dei più importanti fotografi del Novecento, che sarà visitabile dall’11 di ottobre da Camera, Centro Italiano della Fotografia. In mostra fino al 14 febbraio le immagini provenienti della collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, a sud della capitale francese, suo luogo di creazione e scoperte. È in questo atelier che il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, lasciando in eredità una mole incredibile di stampe e negativi che, ancora oggi, sono in grado di stupire.
Curata da Gabriel Bauret, la mostra presenta oltre 130 fotografie dell’autore in un percorso che comprende alcune delle sue immagini più iconiche ma anche scatti meno noti, selezionati fra gli oltre 450.000 negativi di cui si compone il suo archivio.
A Torino la mostra su Doisneau: tutti i dettagli
A partire da una delle fotografie più conosciute al mondo – lo scatto del bacio di una giovane coppia indifferente alla folla dei passanti e al traffico della place de l’Hôtel de Ville di Parigi – a Torino la mostra su Doisneau esplorerà l’opera del celebre fotografo che, insieme a Henri Cartier-Bresson, è considerato uno dei padri fondatori della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada.
Con il suo obbiettivo, espressione di uno sguardo empatico e ironico, Robert Doisneau ha catturato la vita quotidiana degli uomini, delle donne, dei bambini di Parigi e la sua banlieue, con tutte le emozioni dei gesti e delle situazioni in cui sono impegnati. Le immagini in mostra ne testimoniano lo stile in grado di mescolare curiosità e fantasia, ma anche una libertà d’espressione che fa proprie le logiche del surrealismo reinterpretandole in chiave ironica.
Un fotografo di strada
La fotografia di Doisneau si caratterizza per uno stile personale, in equilibrio fra le logiche del reportage e un’attitudine all’invenzione, cui si aggiunge una nota di scherzosa ironia nei confronti dei soggetti che ritrae. Ha infatti catturato con enorme libertà espressiva la vita quotidiana delle persone, tracciando uno spaccato realistico ed empatico dell’umanità del dopoguerra. Ed è proprio questo sguardo ad avergli garantito un posto d’onore nella storia della fotografia del XX secolo, facendone uno degli autori più conosciuti al mondo.