L’inflazione sta affliggendo la Turchia da mesi, con i livelli che continuano a salire e non sembrano destinati a fermarsi. Ma come si sta muovendo il Paese davanti a tutto questo? La risposta potrebbe risultare molto particolare ed insolita.
L’inflazione crescente in Turchia
Sono mesi che i prezzi crescono a ritmi elevati e, per certi versi, anche in modo costante, ma il presidente Erdogan non sembra intenzionato a mettere in campo misure per controllare l’inflazione, perchè porterebbe ad un rallentamento dell’economia. Proprio per questo motivo i cittadini turchi si sono abituati a convivere con questa situazione. Il sistema economico, infatti, sembra ancora tenere e si sta dimostrando molto più che resiliente, ma dietro ad un inflazione così alta c’è un costo sociale elevatissimo.
Ad agosto i prezzi hanno subito, rispetto all’anno precedente, un aumento dell’80,2%, con la lira turca che, di conseguenza, ha dimezzato il suo valore. Una delle risposte più classiche in questi momenti è alzare i tassi di interesse, per raffreddare un’economia che sta crescendo troppo. Lo stesso Erdogan, però, sta volutamente tenendo bassi i tassi per non frenare la crescita, anche al costo di far raddoppiare i prezzi. Questo perchè tassi più bassi invogliano le persone a prendere prestiti e investire i soldi, andando a creare lavoro. La lira bassa, poi, è un incentivo per le esportazioni. Un movimento contrario rispetto alla norma, con la banca turca che ad Agosto ha abbassato i tassi dal 14 al 13%.
Il PIL, tuttavia, è cresciuto dell’11% dello scorso anno e del 7,6% nel secondo trimestre di quest’anno. Una delle principali conseguenze dell’inflazione è l’aumento dei prezzi appunto, con gli stessi cittadini turchi che vedono i prezzi lievitare giorno dopo giorno che devono scegliere oggi se comprare una determinata cosa prima che il prezzo salga nuovamente. Ma questo vale anche per le aziende, costrette a decidere in tempi breve se fare o meno determinati investimenti. Anche l’erosione del potere d’acquisto rappresenta un enorme problema, che va a colpire principalmente i più poveri.