La situazione tra Armenia e Azerbaijan attraversa un clima di pace dopo la tregua annunciata nella serata di mercoledì e tutt’ora in corso: dal punto di vista geopolitico, tuttavia, lo squilibrio tra le forze in campo sembra propendere a favore di Baku con il Governo di Yerevan pronto ad arrendersi.
Guerra Armenia-Azerbaijan, 135 morti tra l’esercito caucasico
Il primo ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan ha parlato di 135 morti e centinaia di feriti come bollettino di guerra contro l’Azerbaijan. Le due nazioni, che da anni vivono in un clima di tensione nelle zone di confine, si contendono la regione del Nagorno-Karabakh: collocata geograficamente in territorio azero, è densamente popolata da cittadini armeni e il Paese ha sempre protetto l’exclave anche nei momenti più difficili.
Ma l’attacco lampo dell’esercito di Baku non ha lasciato molto scampo alle truppe armene, che rimangono comunque operative e pronte a difendersi. L’Armenia aveva inoltre invocato l’aiuto degli alleati (tra cui la Russia e il resto della Federazione) secondo gli accordi del Trattato di Sicurezza Collettiva siglato nel 2020, ottenendo in cambio silenzio.
Russia che è inoltre già impegnata in una guerra nata con gli stessi obiettivi di natura geopolitica, e che se la deve vedere con la Turchia in quanto alleato dell’Azerbaijan: l’ottimo tempismo vuole che Putin ed Erdogan debbano sentirsi in giornata per discutere di grano e all’ordine del giorno verrà sicuramente aggiunto il conflitto in Armenia.
Yerevan a un passo dal ko, poi la tregua
Dal punto di vista politico, infine, il premier Pashinyan è stato duramente contestato dai manifestanti per aver pensato immediatamente di accontentare le richieste di Baku e cedere il territorio conteso. Un proposito poi svanito al momento dell’annuncio della tregua.
Gli Stati Uniti sono pronti a scendere in campo, come dichiarato da Blinken:
Accogliamo con favore la cessazione delle ostilità tra Azerbaigian e Armenia. Gli Stati Uniti restano impegnati a promuovere un futuro pacifico e prospero per la regione del Caucaso meridionale
Antony Blinken, segretario di Stato Usa
Nancy Pelosi fa un passo ulteriore e annuncia su Twitter che si recherà quanto prima a Yerevan.