Altro che riscrivere il Pnrr: Giorgia Meloni andrà avanti e pure di corsa con quanto concordato nei mesi scorsi tra Mario Draghi e i vertici di Bruxelles. Questa, a quanto siamo in grado di rivelare, è la garanzia che la leader di Fratelli d’Italia ha già dato nei giorni scorsi ai mercati internazionali (via Urso-Crosetto ma non solo), all’Europa (grazie a Mario Draghi) e allo stesso Capo dello stato Sergio Mattarella che nelle scorse settimane si è voluto sincerare delle reali intenzioni di un eventuale governo guidato dalla Meloni. Insomma, altro che rivoluzionare il Pnrr: al massimo verrà effetti qualche ritocchino giusto per dare la sensazione che ora la musica è cambiata. In realtà è già stato trovato l’accordo con i poteri forti internazionali: l’approvazione del Pnrr procederà spedita come concordato.
A spaventare, e non poco, i vertici di Fratelli d’Italia sono i venti di recessione in arrivo. Per questo sarebbe controproducente andare ad un “frontale” con i mercati internazionali qualora si avessero responsabilità di governo del paese. Secondo l’agenzia di rating Fitch, l’Italia potrebbe entrare in recessione l’anno prossimo. Nel nuovo Global economic outlook, infatti, si tagliano le previsioni di crescita per il nostro Paese di 2,6 punti percentuali, portandole al -0,7 per cento per il 2023. “Con la crisi energetica in atto in Europa, ci aspettiamo che l’economia dell’Eurozona entri in recessione nel trimestre in corso”, rileva Fitch sottolineando che Germania e Italia sono le più colpite e le loro previsioni annuali per il 2023 sono state riviste al ribasso di 2,8 punti e 2,6 punti, rispettivamente, a -0,5 per cento e -0,7.
L’agenzia prevede una contrazione del Pil dell’Eurozona dello 0,1 per cento nel 2023, rispetto alla precedente previsione di crescita del 2,1 per cento. Questo, spiega Fitch, “nonostante i recenti risultati migliori del previsto per la crescita della zona euro nel secondo trimestre del 2022, grazie alla riapertura delle economie e al ritorno del turismo internazionale. Questa sorpresa positiva ha portato a una previsione di crescita annuale leggermente più alta per il 2022, pari al 2,9 per cento rispetto al 2,6 per cento di giugno, ma questo è solo un riflesso dell’aritmetica delle medie annuali”.
La spesa dell’Italia per il gas potrebbe salire a più del 5 per cento del Pil nel 2023, fino a 2 punti percentuali in più rispetto alla Germania. Lo rileva Fitch sottolineando che si registra “un aumento maggiore della spesa per il gas” in percentuale del Pil in Italia “rispetto alle altre principali economie dell’Eurozona”. Secondo l’agenzia di rating, “l’Italia ha anche fatto meno progressi della Germania nel ridurre il consumo di gas in risposta al calo delle forniture” ma “insieme alla Germania, ha registrato i più forti aumenti dei prezzi al dettaglio di elettricità e gas, pari a circa il 55% annuo a luglio 2022”.