Misteriosa morte di un uomo, a Grosseto avvenuta lo scorso 8 Maggio, in un primo momento non si era riusciti a fare chiarezza e solamente ora arrivano le prime poco rassicuranti delucidazioni in merito, l’autopsia effettuata all’ospedale Spallanzani di Roma parla infatti di morbo della mucca pazza.

Il soggetto era deceduto a Grosseto lo scorso Maggio a causa della malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ), una grave patologia degenerativa che colpisce il cervello, tendenzialmente associata al morbo della mucca pazza, ovviamente, nella sua variante umana.

Da quel momento erano partite immediatamente le indagini per risalire alle effettive cause della sua morte. Il caso era stato affidato a due importati specialisti e alla procura di Grosseto che nominò la dottoressa Franca del Nonno.

La famiglia della vittima si era invece affidata al medico legale Luigi Cipolloni. L’autopsia è stata eseguita allo Spallanzani di Roma e il responso arrivato poco fa parla proprio del morbo della mucca pazza.

La patologia è molto rara e porta generalmente alla morte nel giro di un anno dalla manifestazione dei primi sintomi. Secondo la letteratura medica può insorgere spontaneamente oppure, come accaduto alla vittima, può essere causata dal contatto o dall’ingestione di cervelli infetti.

Proprio su questo si stanno concentrando le indagini. Si cerca in tutti i modi di capire se il soggetto si sia ammalato a causa di un fattore genetico oppure a causa di qualche alimento che ha ingerito. La differenza non è da poco e la domanda importantissima, infatti, se il 61enne si fosse ammalato dopo aver mangiato del cibo infetto allora sarebbe subito necessario, oltre che urgente, individuare la partita, il fornitore e l’allevatore che ha procurato la carne all’uomo.

Grosseto morbo della mucca pazza: la malattia di Creutzfeldt-Jakob

La malattia di Creutzfeldt-Jakob, stando alla categorizzazione in medicina, appartiene a una famiglia di malattie umane e animali note come encefalopatie spongiformi trasmissibili o più semplicemente malattie da prioni. Un prione è una forma alterata di proteina, in grado di “contagiare” anche le altre proteine sane con cui entra in contatto e avere quindi, effetti devastanti.

L’esordio tipico del quadro sintomatologico si verifica proprio intorno ai 60 anni e circa il 70% degli individui muore entro un anno dai primi sintomi.

Nelle prime fasi della malattia si sviluppano soprattutto disturbi di memoria, cambiamenti comportamentali, mancanza di coordinazione e disturbi visivi. Con il progredire della malattia il deterioramento mentale diventa più marcato, con altri sintomi come movimenti involontari, debolezza delle estremità, cecità ed infine il coma.

Encefalopatia spongiforme bovina: la storia

Diagnosticata per la prima volta nel 1986 nel Regno Unito, si riteneva inizialmente fosse una malattia specifica della specie bovina. Da quel momento in poi, proprio nel Regno Unito, ebbe inizio una sorta di epidemia di BSE, che raggiunse il suo apice nel 1993, periodo in cui, secondo le statistiche, si contavano circa 1000 nuovi casi di bovini malati alla settimana e si esaurì lentamente, grazie a una serie di provvedimenti governativi, negli anni a seguire fino ad arrivare nel 2015 dove i casi di mucca pazza registrati erano solamente 2.

La descrizione di nuove forme morbose simili nel gatto e in alcuni ruminanti selvatici nei giardini zoologici inglesi, sin dal 1990, ha permesso poi di individuare un forte legame tra la BSE e la somministrazione di farine animali negli allevamenti bovini.

Poiché tutti gli animali colpiti erano alimentati con carni e mangimi che avevano componenti di farine di carne ed ossa di ruminanti, questi prodotti alimentari furono messi al bando dapprima nel Regno Unito nel 1988 e poi nel 1994 in tutta la Comunità Europea.

I nuovi casi nel 1992, l’anno con la maggior incidenza, erano oltre 37000, poco più di 1000 nel Duemila. Sino ad oggi si sono registrati circa 190.000 casi di BSE.

Al di là dei numeri impressionanti raggiunti, l’epidemia di mucca pazza avvenuta nel Regno Unito ebbe una forte eco a livello non solo europeo, ma anche mondiale, per un altro motivo, a distanza di pochi anni dai primi casi di BSE, una percentuale non trascurabile di cittadini inglesi cominciò a sviluppare, in conseguenza del consumo di carne di bovini malati di encefalopatia spongiforme bovina, una nuova malattia neurologica, molto simile al morbo di Creutzfeldt-Jakob, ossia la nuova variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob.