Erano più di sessantamila gli aspiranti studenti di Medicina, ma i test d’ingresso hanno cancellato le speranze di metà di loro. Il punteggio minimo pari a 20 è stato raggiunto da 28.793 partecipanti, mentre l’anno scorso erano stati 38.715 a superarlo.

Quest’anno gli iscritti ai test erano 65.378 (hanno partecipato 56.775) lo scorso 63.972 (quando parteciparono effettivamente 55.117. 
Il dato più sconfortante è che la metà non ha superato le prove nonostante il punteggio richiesto fosse più basso dello scorso anno.

Come funzionano i nuovi test di ammissione a medicina

Da quest’anno i test di ingresso a Medicina hanno subito alcune variazioni: per entrare i quesiti erano sempre 60, ma è stata data più importanza alle materie inerenti e meno a logica e cultura generale. Cento minuti di tempo per rispondere a quattro quesiti di competenza di lettura, cinque di logica e problemi. Ventitre quesiti di biologia, quindici di chimica, tredici di fisica e matematica.

Che siano i quesiti o due anni di DAD i numeri di questi test sono risultati impietosi.

Come cambieranno le ammissioni ai corsi dall’anno prossimo

Anche per evitare questi numeri dal prossimo anno verrà incontro agli studenti la riforma della ministra Cristina Messa, che prevede un vero e proprio percorso che comincia dalla quarta superiore, con corsi di orientamento ed esami che potranno essere ripetuti.

Le parole di Cristina Messa.

“L’idea è quella di associare il test all’orientamento. Di fare un percorso unico, attraverso dei test somministrati negli ultimi anni del percorso scolastico, più volte, fino a 4 tentativi, per far capire ai ragazzi se è quella la loro strada”.

Questo eviterebbe l’incubo della giornata incubo della prova unica, con più chance di conoscersi. Facendo più volte i test si possono capire meglio gli errori, mantenendo comunque un numero congruo di ingressi come ha rassicurato la Ministra.