Danimarca indigesta per la Lazio che perde, malamente, alla MCH Arena contro il Midtjylland. Maurizio Sarri opta (“per sopravvienza”) per il turnover: Hysaj, Gila, Radu, Vecino e Pedro dal primo minuto rispetto alle classiche prime linee. Troppi cambi, forse, col senno del poi. L’equilibrio dura 25 minuti: tempo nel quale la Lazio, con un palleggio sterile e mai in verticale, ha dato subito prova di non essere in serata. Le sensazioni trovano conferma nel terribile uno-due che cambia il volto del match: Paulinho e Kaba battono due volte Provedel. La prima frazione scivola così, con una Lazio inerme ed incapace di reagire.

Il secondo tempo sancisce la debacle

Al 52′ i biancocelesti sono sotto 3-0. Cataldi trattiene appena un avversario in area di rigore, per l’arbitro questo basta ed indica il dischetto del rigore. Da Silva Ferreria lo trasforma nel terzo gol della serata. Sarri si gioca la carta dei cambi: dentro Marusic, Cancellieri e Milinkovic per provare a dare brio alla manovra laziale. In parte ci riesce, visto che dai piedi del terzo arriva il gol del 3-1: il destro da fuori è centrale, ma Lossl fa una frittata ed è gol.

La rete che avrebbe dovuto avviare la reazione laziale, in realtà, si rivela un fuoco di paglia. Un altro calcio di rigore, anche questo che appare leggero, mette la parola fine sulla gara. Provedel stavolta para, ma Isaksen – autore di prova importante – mette dentro il tap-in. A quel punto la Lazio stacca del tutto, e si fa imbucare addirittura per la quinta volta: Sviatchenko incrocia col piattone un cross arrivato dalla destra.

Bruttissima prova della Lazio, che torna in Italia con tanti campanelli d’allarme: la difesa non è solida come si credeva, e le seconde linee non si sono rivelate all’altezza della situazione. Testa al campionato, alla Cremonese, per dimenticare subito l’amarezza europea di questa sera. Unica nota positiva: il Feyenord annichilisce lo Sturm Graz (6-0) e mette ordine nel girone F. Le squadre, sono tutte a 3 punti.