Endometriosi, i sintomi. È una patologia che si rivela dolorosa e interferisce con la vita quotidiana delle donne rendendola difficile. In presenza di casi gravi la portata di questa malattia induce a verificare la possibilità dell’esenzione. Parliamo dell’endometriosi, una patologia molto diffusa ma che resta ancora troppo spesso confinata nelle retrovie dell’attenzione mediatica.

Endometriosi, che cos’è

Quando la mucosa che rivesta la superficie interna dell’utero, l’endometrio, si trova fuori dalla sua sede naturale e coinvolge gli altri organi pelvici siamo in presenza dell’endometriosi. Ogni mese le cellule endometriali si inspessiscono e si sfaldano, causando sofferenza, uno dei tipici sintomi dell’endometriosi.
Questo è un problema che può già sorgere con la prima mestruazione, anche se è più comune che inizi a manifestarsi a qualche anno dal menarca. E può accompagnare la vita della donna fino alla menopausa.

Un’infiammazione che provoca dolore

In sintesi l’endometriosi è un’infiammazione cronica benigna degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico causata da una diffusione anomala delle cellule endometriali.
I sintomi dell’endometriosi ne fanno una patologia debilitante che colpisce le donne nei giorni del ciclo: se in passato questi dolori venivano banalizzati oggi è stata individuata la loro causa e gli è stato riconosciuto, finalmente, l’importanza che rivestono per la salute della donna.

Endometriosi sintomi

I dati ufficiali del Ministero della salute segnalano che circa il 10 – 15% delle donne italiane soffre di questa patologia. Si tratta di circa tre milioni di donne con un picco d’eta fra i 25 e i 30 anni.
Ma quali sono i sintomi dell’endometriosi?

  • Dolore pelvico: lo si percepisce nella parte inferiore della pancia, dall’ombelico in giù. Può essere molto difficile da ricondurre alla patologia perché facilmente collegato a possibili cause diverse.
  • Dismenorrea: forte dolore mestruale, che è spesso un segnale lanciato dal nostro corpo per indicare che c’è qualcosa che non va.
  • Dispareunia: durante il rapporto sessuale si prova dolore. Segnale da non sottovalutare perché può indicare un’endometriosi profonda.
  • Disagio rettale: è la così detta falsa sensazione di dover andare di corpo. Può manifestarsi quando la patologia si è sviluppata nel comparto posteriore pelvico tra utero, vagina e retto.

Gli altri sintomi sono: malessere, mestruazioni abbondanti o con perdite di sangue tra un flusso e l’altro, costipazione o diarrea.
Da notare che questa patologia può provocare sub-fertilità o infertilità: ne sono colpite circa il 30-40% delle donne. Se le cellule dell’endometrio si trovano vicino alle ovaie, possono formarsi delle fastidiose cisti ovariche.

Le possibili cause

Dopo aver capito quali sono i sintomi provocati dall’endometriosi apriamo una rapida sintesi sulle possibili cause. Infatti occorre sottolineare che le cause di questo disturbo non sono ancora chiare. Potrebbe essere coinvolto il sistema linfatico oppure fattori ormonali o, ancora, il sistema immunitario.
Ma allora quale può essere la cura? Non esiste un unico trattamento. In una fase iniziale possono essere prescritte delle cure mediche mentre successivamente ci possono essere interventi chirurgici. Va valutato ogni singolo caso. Infatti, in alcuni casi la malattia regredisce spontaneamente. È per questo che il medico, solitamente, valuta caso per caso come intervenire in considerazione diversi fattori, tra cui età, gravità dei sintomi e desiderio di maternità.
Per cui solitamente si interviene sui sintomi con antinfiammatori dalle proprietà antalgiche oppure ormoni specifici, da assumere attraverso pillole e cerotti contraccettivi oppure anelli vaginali. Una cura ormonale, in particolare, può ridurre le mestruazioni, ma non è indicata in caso di ricerca di una gravidanza.
La soluzione più radicale che deve essere attentamente valutata sotto consiglio medico, è l’isterectomia, ovvero la rimozione completa dell’utero.
In ogni caso dal 2017 la patologia rientra a pieno titolo nell’elenco delle prestazioni sanitarie garantite, e si può richiedere l’esenzione quando la malattia è considerata seria (III o IV grado) presentando domanda all’Azienda Sanitaria Locale di appartenenza.