“L’Ungheria non è più una democrazia pienamente funzionante” hanno dichiarato i membri del Parlamento europeo in una relazione non vincolante ma altamente simbolica. Invece, il Paese dovrebbe essere considerato un “regime ibrido di autocrazia elettorale” in cui le elezioni si svolgono regolarmente ma senza rispettare le norme democratiche di base.

Il governo Orbàn non rispetta i valori dell’EU

I legislatori, citando una serie di indici internazionali che negli ultimi anni hanno declassato lo status dell’Ungheria hanno affermato:

C’è un consenso crescente tra gli esperti sul fatto che l’Ungheria non sia più una democrazia.

Nella loro risoluzione, i deputati puntano il dito direttamente contro il primo ministro Viktor Orbán, al potere dal 2010, e condannano gli “sforzi deliberati e sistematici” del suo governo per minare i valori fondamentali dell’UE.

I legislatori esprimono inoltre preoccupazione per un lungo elenco di diritti fondamentali che ritengono minacciati, tra cui il sistema elettorale, l’indipendenza della magistratura, la privacy, la libertà di espressione, il pluralismo dei media, la libertà accademica, i diritti LGBTIQ e la protezione delle minoranze e dei richiedenti asilo.

Il Parlamento esprime profondo rammarico per il fatto che la mancanza di un’azione decisiva dell’UE abbia contribuito a un crollo della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria, trasformando il paese in un regime ibrido di autocrazia elettorale

 si legge nel rapporto interinale.

Il rapporto che accusa l’Ungheria

Un rapporto stilato da Gwendoline Delbos-Corfield, un eurodeputato francese che siede con i Verdi, esamina gli sviluppi avvenuti in Ungheria da quando l’emiciclo ha attivato la procedura di cui all’articolo 7 nel 2018.

Si ritiene che questa sia la prima volta che un’istituzione dell’UE dichiara che uno Stato membro non è una vera democrazia, un prerequisito essenziale per entrare a far parte del blocco.

L’articolo 7 può privare uno Stato membro dei suoi diritti di voto nel processo decisionale dell’UE, ma richiede un voto all’unanimità in seno al Consiglio per andare avanti. La Polonia, un altro paese soggetto all’articolo 7, ha raggiunto un accordo con l’Ungheria per bloccarsi reciprocamente le procedure.

Qualsiasi ulteriore ritardo in tale azione equivarrebbe a una violazione del principio dello Stato di diritto da parte del Consiglio stesso

avvertono i deputati.

Oltre alle violazioni dei diritti fondamentali, il rapporto afferma anche che ci sono state azioni “limitate” contro la corruzione in Ungheria, clientelismo e nepotismo nella pubblica amministrazione, nonché carenze negli appalti pubblici.

Nel frattempo, la Meloni ha commentato in questa maniera la valutazione parlamentare su Orban ai microfoni di Radio Anch’io:

Orbán ha vinto le elezioni, più volte anche con ampio margine, con tutto il resto dell’arco costituzionale schierato contro di lui: è un sistema democratico. Dopodiché, i modelli dell’Est sono diversi dal nostro? Sì. E questo perché fino agli anni 90 li abbiamo abbandonati sotto il giogo sovietico. E ora dovremmo dargli una mano. Se si vota un documento contro l’Ungheria lo si deve fare circostanziando le accuse e questo non c’è stato. Tutti i partiti ungheresi, si sono indignati per questo documento, anche quelli che si oppongono a Orbán. È una dittatura davvero?