L’Italia rischia di vedere rosso nel 2023: è quanto emerge dalle ultime previsioni di Fitch e Confcommercio. L’agenzia di rating americana allarga gli orizzonti e parla apertamente di recessione, mentre l’organizzazione italiana si limita a ribadire gli effetti negativi dell’ultimo trimestre 2022.
Fitch spiega i motivi delle sue previsioni sull’Italia: la risposta è intuibile
Non bastano i dati ancora positivi sulla produzione industriale, l’economia dell’Italia è destinata a subire un nuovo rimbalzo dopo quello positivo in “uscita” dalla pandemia di covid-19: lo dichiara l’agenzia di rating Fitch, secondo cui il nuovo outlook (previsione) vede l’Italia in recessione nel 2023 con un decremento dello 0,7%. In breve, si tratta di un passo indietro di 2,6 punti percentuali rispetto all’ultima stima.
Ma come si spiega un simile ribasso? Per Fitch l’Italia paga la sua dipendenza dal gas russo e, più in generale, dal gas nel suo mix energetico: un valore doppio rispetto a quello dell’Ue. Di conseguenza è anche il Paese che sta pagando più a caro prezzo l’emergenza energetica, anche più della Germania che può contare per esempio sul nucleare:
Il caro energia rappresenta un duro colpo alla produzione e al potere d’acquisto dei consumatori. Anche se l’80% delle importazioni di gas russo venisse ripristinato, la fornitura totale di gas diminuirebbe del 5-10%, con un effetto diretto sul settore produttivo. Secondo le primissime stime, l‘Italia ha anche fatto meno progressi della Germania nel ridurre il consumo di gas in risposta al calo delle forniture
La situazione è destinata certamente a migliorare se il prossimo Esecutivo attuerà con rigore il piano di ripresa e di resilienza sostenuto dai fondi Ue: così si dovrebbe garantire uno slancio positivo agli investimenti, inclusi quelli relativi al settore energetico
Estratto della nota di Fitch
Per Confcommercio già il secondo semestre 2022 parla di mite recessione
La doccia fredda di Fitch arriva insieme a quella di Confcommercio:
L’Italia va verso un peggioramento del quadro economico, una recessione mite data da due cali consecutivi ma di modesta entità. Il Pil nel terzo trimestre potrebbe segnare -0,8% rispetto al trimestre precedente e +1,1% rispetto al terzo trimestre 2021. Ci sarebbe tuttavia avrebbe un trascinamento negativo per il 2023 con un ritorno ad un’assenza di crescita
Il caro energia inarrestabile rende più concreti i rischi di recessione. Una recessione probabilmente contenuta, ma pur sempre penalizzante. Ecco perché bisogna mettere in campo con la massima urgenza interventi strutturali per superare l’emergenza energetica, contenere l’inflazione e, dunque, evitare il pericolo recessione
Nota dell’Ufficio Studi di Confcommercio