Si conclude oggi il viaggio in Kazakhistan di Papa Francesco, prima del ritorno in Italia previsto in serata. Tre gli appuntamenti in agenda per il Pontefice: l’incontro con i membri della Compagnia di Gesù, la messa presso la Cattedrale del Pio Soccorso di Astana e la Dichiarazione Finale nel Palazzo d’Indipendenza.

Papa Francesco chiude la tre giorni parlando di fratellanza e di memoria

Dei tre appuntamenti sopra citati il principale evento dell’ultima giornata di Papa Francesco in Kazakhistan è la visita alla cattedrale dedicata alla Madre di Dio del Perpetuo Soccorso, sede dell’Arcidiocesi di Maria Santissima in Astana (Nur-Sultan), dove ha incontrato i vescovi del Kazakistan, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali.

Qui è stato ricevuto ufficialmente dall’arcivescovo di Astana, monsignor Tomasz Peta, dal vescovo ausiliare e dal parroco, prima di pronunciare un discorso denso di significato che ruota intorno all’idea di fratellanza universale:

Sono felice di essere qui in mezzo a voi e di incontrare una Chiesa fatta di tanti volti, storie e tradizioni diverse. Tutte unite dall’unica fede in Cristo Gesù. La maggior parte di noi sono stranieri, proviene da luoghi e Paesi differenti, ma la bellezza della Chiesa è questa: siamo un’unica famiglia, nella quale nessuno è straniero. Sono i momenti di stanchezza e di prova, nei quali non abbiamo più le forze per guardare in alto, verso Dio sono le situazioni di vita personale, ecclesiale e sociale in cui siamo morsi dal ‘serpente della sfiducia’, che inietta in noi i veleni della disillusione e dello sconforto, del pessimismo e della rassegnazione, chiudendoci nel nostro io, spegnendo l’entusiasmo. Guardare da vicino i momenti della nostra storia personale e comunitaria in cui è venuta meno la fiducia, nel Signore e tra di noi.

Siamo un solo Popolo santo di Dio arricchito da tanti popoli e la nostra forza risiede nel fare della diversità una ricchezza attraverso la condivisione di ciò che siamo e di ciò che abbiamo: la nostra piccolezza si moltiplica se la condividiamo. La pace non è mai guadagnata una volta per tutte, va conquistata ogni giorno, così come la convivenza tra etnie e tradizioni religiose diverse, lo sviluppo integrale, la giustizia sociale.

Papa Francesco

Kazakhistan dunque come emblema di una Chiesa che accoglie i suoi fratelli nella loro diversità socioculturale, in un mondo sempre più globalizzato e contaminato

Se oggi in Kazakhistan possiamo constatare la presenza di comunità cristiane vivaci e un senso religioso che pervade l’intera popolazione, è soprattutto grazie alla ricca storia che vi ha preceduto. La diffusione del cristianesimo in Asia centrale risale a molti secoli fa: voglio ricordare con voi tutti gli evangelizzatori e i missionari che si sono spesi per diffondere la luce del Vangelo, fondando comunità, santuari, monasteri e luoghi di culto

Tale eredità cristiana da onorare e custodire, deriva da tanti protagonisti che hanno messo al primo posto la loro semplicità e la loro fede. Fare memoria di ciò ci aiuta a sviluppare lo spirito di contemplazione per le meraviglie che Dio ha operato nella storia, pur in mezzo alle fatiche della vita e alle fragilità personali e comunitarie

Papa Francesco