Pianto neonato metodo: Nella maggior parte dei casi, il pianto disperato vuole indicare che il bambino ha sonno e ha bisogno di tranquillizzarsi prima di addormentarsi. Nelle prime settimane vivono un sovraccarico di stimoli, che non sono abituati a ricevere né tantomeno a gestire. I genitori magari si ritrovano alle prime armi colti da panico e di fronte a cotante manifestazioni a pieni polmoni spesso brancolano nel buio. Poi ci sono quelli un pò più esperti che neanche loro riescono a trovare il modo di calmare e far addormentare il nascituro.
Da sempre si va alla ricerca su internet dei modi migliori da attuare e sbirciando di qua e di la, qualcosina troviamo pure ma mai il metodo infallibile. A tal proposito una squadra di medici giapponesi ha basato il proprio lavoro su come calmare il pianto di un neonato.
Dopo aver osservato che ai cuccioli di topo che vengono trasportati dalla madre il battito cardiaco rallenta e gli animali si calmano, hanno riscontrato lo stesso sui neonati umani ai tentativi delle madri di calmarli e di addormentarli con la medesima “tecnica”.
«Spesso i genitori vanno a intuito o ascoltano i consigli degli altri, ma abbiamo bisogno della scienza per capire i comportamenti dei bambino, perché sono molto più complessi di quello che pensiamo», ha spiegato Kuroda.
“Stiamo anche sviluppando un dispositivo wearable con cui monitorare in tempo reale gli stati fisiologici dei neonati tramite smartphone».
Pianto del neonato metodo: tenerlo sotto osservazione
Pianto neonato metodo: la direttrice della ricerca Kumi Kuroda del Riken Center for Brain Science, in Giappone, ha spiegato come fosse già noto che prendere in braccio i neonati li faccia calmare. Con i nuovi studi i ricercatori hanno messo a confronto varie strategie: Sono stati utilizzati elettrocardiogrammi e videocamere per monitorare la frequenza cardiaca dei neonati e verificarne il comportamento in quattro diverse condizioni: tenuti in braccio dalle madri che camminavano; tenuti in braccio dalle madri sedute; sdraiati in una culla ferma o sdraiati in una sdraietta a dondolo.
La fase successiva è quella che fa la differenza, l’équipe ha scoperto che può essere controproducente mettere nel lettino i bambini subito dopo che si sono addormentati in braccio. Si è visto che i neonati reagiscono fisiologicamente alla separazione dalla mamma, e se si sono assopiti da poco tempo è naturale ed è probabile che si risveglino subito. Dunque l’ideale, prima di metterli giù nel letto è sedersi con i bimbi in braccio per circa 8 minuti e poi lasciarlo per fargli terminare il ciclo del sonno.
Il limite dello studio
Lo studio effettuato però ha presentato un limite e cioè quello dei test avvenuti su pochi bambini, per l’esattezza 21, ma non solo, ha coinvolto solo le madri. I ricercatori però si aspettano che gli effetti possano essere simili per tutti i neonati e con le diverse persone che se ne prendono cura.
Perchè i bambini piangono
Tutti i bambini piangono, questo è assodato, anche quello più tranquillo piangerà. La prima ragione per cui piangono è perché non sono in grado di esprimersi a parole, con il linguaggio. E’ come un adulto deve comunicare e lo fa attraverso il pianto se c’è troppo caldo, troppo freddo, troppo umido, se i suoi vestiti sono stretti o all’interno del body ci sono etichette fastidiose che irritano la pelle. Se ha sete, magari vuole solo dell’acqua, piange perché i rumori gli danno fastidio, piange e piangerà per una miriade di altri motivi. Insomma dalla fame alla noia, ci sono davvero tanti motivi per cui un bambino di pochi mesi piange e spesso i genitori non capiscono come comportarsi.