Il blitz nelle Commissioni riunione in Senato ha portato all’inserimento nel dl Aiuti bis dell’emendamento che elimina il tetto di 240 mila euro agli stipendi dei dirigenti pubblici. Secondo i sindacati, quell’emendamento “lo hanno votato tutti”.
“Quello è un tetto che avevo messo io, oggi il governo ha fatto questa riformulazione e non avevamo alternativa che votarlo per evitare che saltasse tutto e saltassero 17 miliardi di aiuti alle famiglie”, ha detto Matteo Renzi replicando ad una domanda sullo stop al tetto degli stipendi dei manager della Pubblica Amministrazione.
Via al tetto allo stipendi dirigenti pubblici, scoppia la polemica
Secondo il segretario della Cgil Maurizio Landini, il provvedimento è un atto indegno dei partiti contro i lavoratori.
Per il sindacato il provvedimento “va cancellato”.
Chi ha un reddito di 240 mila euro non ha problema di pagare affitto, pagare le bollette, mentre il decreto aiuti dovrebbe aiutare chi non ce la fa ad arrivare a fine mese
Aggiunge Landini.
Sulla stessa linea l’intervento di Pierpaolo Bombardieri:
In questo momento di crisi così profonda non possiamo pensare che ci sia qualcuno che possa pensare di aumentare lo stipendio di chi guadagna 240mila euro l’anno.
Il segretario della Uil nel corso di una intervista ha concluso:
Servirebbe anche verificare se i dirigenti abbiano o meno raggiunto gli obiettivi considerato che nella pubblica amministrazione li raggiungono sempre tutti a prescindere da quello che fanno.
Intanto nel primo pomeriggio di martedì fonti del governo hanno fatto sapere che Palazzo Chigi ha presentato un emendamento per sopprimere la tanto discussa norma.
Cosa prevedeva il testo originario?
Il testo originario prevedeva la deroga al tetto sugli stipendi solo per le forze di polizia, carabinieri e amministrazione penitenziaria. Ma poi è arrivata la novità Il ministero dell’Economia, guidato da Daniele Franco, lo ha inserito tra gli emendamenti da “riformulare” e nella riformulazione sono state inserite tutte le altre figure ministeriali: cioè i capi dipartimento dei ministeri, il segretario generale della presidenza del consiglio dei ministri e i segretari generali dei ministeri.