Sos vino italiano. A frenare la corsa del nostro prodotto è soprattutto la crescita esponenziale dei costi con un +35% in media a causa delle tensioni su energia e materie prime generate dalla guerra in Ucraina con aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le previsioni di vendemmia dell’Ismea. Assoenologi e Unione Italiana Vini che con la svolta climatica dell’ultimo mese fa stimare una sostanziale stabilità rispetto ai 50,2 milioni di ettolitri conteggiati da Agea sulla base delle dichiarazioni di produzione del 2021.
Una previsione che fa conquistare all’Italia il tetto del mondo in termini di quantità prodotte mentre al secondo posto si piazza la Francia che rispetto allo scorso anno vede aumentare la produzione del 16% sfiorando i 44 milioni di ettolitri e al terzo la Spagna che – sottolinea la Coldiretti – è fra i paesi che hanno subito di più i danni causati dalla siccità con la produzione di vino crollata a 35-37 milioni di ettolitri. A pesare sulla prima voce dell’export agroalimentare nazionale, che quest’anno secondo la Coldiretti potrebbe raggiungere gli 8 miliardi, sono però gli aumenti dei costi di produzione diretti o indiretti a causa del caro energia. Nei vigneti si registrano infatti rincari che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio.
Sos vino italiano: quali allarme per il settore
“Una situazione che mette a rischio un sistema che a partire dalla vendemmia attiva un sistema che offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio” spiega il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
Da difendere c’è anche un patrimonio unico di biodiversità con la produzione tricolore che – conclude la Coldiretti – può contare su 607 varietà iscritte al registro viti, il doppio rispetto ai francesi, con le bottiglie Made in Italy destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.