La gioia per la vittoria agli US Open è ancora fresca, ma quello che si è aperto ai microfoni dell’ATP Tour è un Alcaraz che parla del ragazzo dentro e fuori dal campo.

“Prima di ogni partita non ho una routine particolare: faccio il mio riscaldamento, in cui cerco di fare sempre le stesse cose e di essere nell’identico posto con la mia squadra. Se ho voglia di ascoltare musica, lo faccio. Durante ogni partita ho delle superstizioni, tipo scegliere sempre quattro palline, lanciarle cinque volte, le bottiglie devono essere in un ordine particolare, dare un morso alla barretta energetica prima della banana”.

Se non fosse un campione Alcaraz sarebbe come un diciannovenne qualsiasi, con le cose che lo rendono felice e quelle che gli fanno paura.

“Sono una persona abbastanza semplice ed è quello che mi diverte di più, stare seduto su una panchina con cinque o sei amici, in casa o in macchina, parlare piano e raccontare aneddoti. È questo che mi rende felice. Sinceramente ho paura del fallimento. Deludere le persone è una delle mie più grandi paure. Fa paura non vivere all’altezza delle aspettative. Anche se sono il numero uno al mondo e ho vinto uno Slam, ci saranno tornei in cui non rispetterò il mio livello. Soprattutto non voglio deludere le persone intorno a me, specialmente quelli più vicini.

Alcaraz e la salute mentale

“Lei è uno dei motivi per cui sono il numero uno. Grazie a lei sono migliorato molto. Nel tennis è molto importante avere un mental coach: devi fare i conti con la pressione settimana dopo settimana e per tutto l’anno devi essere fresco a livello mentale. Non dico che senza uno psicologo sarebbe impossibile, ma molto più difficile”.

“Il sogno nel cassetto? Giocare contro Federer”

“Sarei entusiasta di giocare contro Roger Federer, oltre a battere un giocatore dei Big Three in un Grande Slam. L’ho sempre detto che per essere il migliore devi battere i migliori” ha concluso.