Samarcanda, cosa vedere e quando andare nella leggendaria città dell’Uzbekistan? Samarcanda è una città ricchissima di monumenti e meraviglie da scoprire, nella quale madrase, mausolei, moschee e piazze convivono elegantemente con le loro sfumature di azzurro al turchese.  E’ quindi necessario organizzarsi un itinerario ben definito, in modo da essere certi di non perdere proprio nulla di questa meravigliosa meta lontana.

Ma dove sta Samarcanda?

Ma dove sta la mitica Samarcanda cantata anche da Roberto Vecchioni? Di certo non è vicinissima: per raggiungerla bisogna arrivare fino in Uzbekistan, nel cuore dell’Asia Centrale, crocevia della leggendaria Via della Seta. Samarcanda è la seconda città più grande dello stato ed è situata nella valle del fiume Zeravshan nel centro del paese. Dista più di 4 ore in auto dalla capitale Tashkent.

Per visitarla, meglio scegliere la primavera e l’autunno (da aprile a maggio e da settembre a inizio novembre) perché durante questi mesi il clima è particolarmente godibile.

Una città antichissima

Samarcanda è il mito di ogni viaggiatore fin dai tempi antichi. La città lontana e bellissima, un miraggio che, una volta raggiunto, ripagava da ogni fatica con una straordinaria bellezza. Come afferma Alessandro Magno, “tutto quello che ho udito a proposito di questa città è vero, tranne il fatto che è più bella di quanto avessi potuto immaginare”.

Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Tra le città più antiche del mondo, Samarcanda fu fondata alla fine del XIV secolo a.C. nei pressi di un’oasi e prosperò per merito dei commerci. Fu rasa al suolo da Gengis Khan e rifiorì tra il XIV ed il XV secolo grazie ad Amir Temur (Tamerlano), grande condottiero e uomo di stato, nonché attivo mecenate dell’arte e della cultura, che proclamò Samarcanda capitale del suo impero. Samarcanda raggiunse il suo massimo splendore quando la sua posizione strategica, al centro più o meno della “via della seta”, consentì ai mercanti occidentali di mettersi in contatto con le fiorenti città cinesi. Per lungo tempo, Samarcanda fece parte dell’impero persiano, elevata a dignità di capitale della satrapia del territorio “sogdiano”, fino alla conquista di Alessandro Magno avvenuta nel 329 a.C.

Samarcanda, cosa vedere

Samarcanda, cosa vedere

Samarcanda, cosa vedere se non Piazza Registan, una delle meraviglie del patrimonio architettonico islamico mondiale. Una piazza straordinaria, occupata da un grandioso complesso costituito da 3 madrase: Ulug Beg, Shir Dor e Tilya Kari, famose per la purezza delle linee e l’eleganza delle maioliche. La costruzione del Registan – uno degli edifici più belli del patrimonio architettonico islamico mondiale – risale al 1417 per volontà di Ulug Beg, nipote di Tamerlano. Il termine Registan significa “il posto della sabbia“. Prima della Rivoluzione d’ottobre, nel 1920, la piazza era un affollatissimo e vivace bazar, fulcro strategico della Via della Seta.

In Piazza Registan bisogna assolutamente visitare la Madrasa di Ulug Beg, la più antica del complesso e una delle più importanti ed imponenti scuole coraniche dell’Asia centrale. Merita anche la Madrasa Shir Dor, la cui peculiarità sta nell’aver infranto il divieto islamico che non permette di raffigurare essere viventi. Il timpano, infatti, è decorato con 2 immagini speculari che rappresentano un felino che insegue un daino, sotto l’imperscrutabile sguardo di un sole dal volto umano.

Cosa vedere a Samarcanda? Senz’altro la Moschea Bibi-Khanum, fatta costruire da Tamerlano come segno di devozione nei confronti di Bibi-Khanum, la preferita tra le sue 9 mogli. Una moschea grandiosa, che aveva una capienza di circa 12000 persone. Crollata a causa del terremoto del 1897, ad oggi, è stata ristrutturata solo in parte. Sempre fatto costruire da Tamerlano in onore delle donne della famiglia anche l’insieme di mausolei Shah-i-Zinda, un vasto complesso funerario meta di pellegrinaggio da tutto l’Uzbekistan.

Per chi vuole fare shopping il colorato e brulicante bazar Syob è il più grande mercato di Samarcanda, ricchissimo di banchetti dove gli gli stessi uzbeki si recano quotidianamente per gli acquisti di generi alimentari: dal tipico pane alla frutta e verdura, dall’amatissima frutta secca alle onnipresenti spezie.

Infine, da vedere anche l’Osservatorio di Ulugh Beg, uno dei migliori osservatori dell’Islam medievale. Al suo interno, un sestante di circa 30 metri che serviva per misurare la posizione delle stelle e un grandissimo arco che serviva per determinare il mezzogiorno.