Caro energia, la prima bozza del documento dell’Ue prevede il taglio obbligatorio dei consumi di elettricità.

Secondo una prima versione viene avanzata la proposta di una riduzione dell’uso di energia a 3 o 4 ore al giorno.

Le decisioni dell’Ue verteranno anche su una probabile tassazione agli extra-profitti e su un contributo di solidarietà. Per il momento, nessun accenno al tetto massimo del prezzo del gas russo.

Ue, taglio obbligatorio dei consumi di elettricità: cosa si prevede

Proprio nella giornata odierna, la Commissione Europea discuterà alcuni possibili interventi per fronteggiare la questione del caro energia.

Tuttavia, le informazioni dettagliate su quanto stabilito saranno divulgate il giorno successivo. L’attuale Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, infatti, vuole annunciarle lei stessa nel discorso che terrà mercoledì mattina all’Europarlamento.

Nella prima bozza del documento, si prevede che i Paesi possano decidere le fasce orarie sulle quali mettere in atto gli interventi che verranno probabilmente varati nel prossimo incontro.

La Commissione Europea, infatti, ha intenzione di fissare il taglio obbligatorio dei consumi di energia elettrica.

La riduzione dei consumi di elettricità dovrebbe essere attuata per 3 o 4 ore per giorno della settimana, lasciando un margine di discrezionalità agli Stati sulla scelta degli orari.

È proprio su questo binario che, a quanto si apprende, dovrebbe svilupparsi la proposta della Commissione Ue sulla riduzione dei consumi energetici.

Come si legge sulla bozza, la fascia oraria in cui mettere in atto tale mossa “potrebbe includere anche quelle nelle quali la generazioni di elettricità da fonti rinnovabili è bassa”.

Il collegio dei commissari, previsto per oggi, avrà ad oggetto anche la quantificazione della riduzione dei consumi.

Secondo le prime previsioni, l’orientamento della Commissione era quello di una riduzione del 10%.

Inoltre, la bozza propone anche un limite obbligatorio ai ricavi degli operatori che producono energia da rinnovabili, nucleare e lignite, cioè diverse dal gas.

Il limite verrà applicato ai ricavi per Megawatt/ora di elettricità prodotta. Le eccedenze di ricavi derivanti dall’applicazione del cap dovranno essere ‘girate’ a cittadini e imprese “esposti a prezzi elevati dell’energia elettrica”, e saranno gli Stati a decidere le misure redistributive più adatte.

Inoltre, se il documento dovesse essere approvato, i vari Paesi membri dell’Ue, saranno obbligati ad incentivare i contratti di acquisto a lungo termine, con l’obiettivo di iniettare liquidità nel mercato delle rinnovabili.

Gli Stati potranno anche condividere l’extragettito ed estendere alle Pmi i prezzi regolati.

Infine, la bozza prevede che gli Stati membri saranno obbligati a introdurre un contributo di solidarietà eccezionale e temporaneo per l’industria fossile, “sulla base dell’utile imponibile realizzato nell’anno fiscale 2022” e solo in quell’anno. Le proposte passeranno direttamente dagli Stati che potranno emendarle e approvarle a maggioranza qualificata.

La questione del “price cap” sul gas

Per quanto attiene il tetto massimo al prezzo del gas, nelle prime bozze non è prevista alcuna misura.

Il pacchetto di proposte che la Commissione Ue è chiamata a valutare nel collegio dei commissari che si terrà oggi, non vi è alcun accenno alla questione del gas.

A quanto si apprende, per il momento, l’esecutivo Ue, ha scelto di concentrarsi su tre temi principali, ovvero, il taglio ai consumi dell’elettricità, la tassazione agli extra-profitti e il contributo di solidarietà.

La questione del “price cap” rimane aperta. Questo potrebbe essere motivato dal fatto che la Russia ha deciso di chiudere i rubinetti e che, dunque, sono necessari ulteriori approfondimenti per affrontare il capitolo del gas importato in Ue.

Tuttavia, la Norvegia si dice “scettica” sulla possibilità di stabilire un tetto al prezzo europeo dell’import di gas e sostiene che la misura, qualora fosse varata, non risolverebbe i problemi di approvvigionamento dell’Europa.

Il premier norvegese Jonas Gahr Store, infatti, ha spiegato:

“Siamo d’accordo sull’avere un dialogo ancora più stretto con l’Ue in futuro sulle diverse proposte che sono sul tavolo. Stiamo affrontando le discussioni con una mentalità aperta, ma siamo scettici riguardo a un prezzo massimo per il gas”.