La ripartenza della scuola nella giornata di ieri fa già discutere. Dopo le indicazioni del governo per il rientro in classe, abolendo di fatto, tutte le disposizioni relative all’emergenza covid si parla del caro energia. Nelle ultime ore, infatti, ad intervenire è stato lo stesso ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che ha voluto esprimere il suo parere sulle possibili soluzioni per un risparmio da parte della scuola italiana. Nelle ultime ore si era iniziato a discutere dell’apporto della scuola sul piano di risparmio energetico vista la situazione critica nella quale versa il nostro paese. Una delle soluzioni paventate era l’introduzione della così detta settimana corta. Proposta che il Ministro Bianchi ha voluto subito escludere con queste parole: “Non abbiamo mai parlato di settimana corta in Consiglio dei ministri. Si può fare come piano didattico, nell’autonomia delle scuole, non come misura di risparmio energetico. Sono contrario a dire che poiché c’è un’emergenza, la scuola deve essere la prima a pagare“.

Bianchi energia. Come funzionerebbe la settimana corta

L’ipotesi era quella di chiudere gli istituti il sabato, con un giorno di anticipo e non fare lezioni durante quella giornata, spalmando l’orario sugli altri giorni della settimana. In alternativa si era parlato anche dell’ipotesi di ricorrere alla didattica a distanza per la giornata di sabato. Un piano che porterebbe a un risparmio dei consumi di gas, in vista dei possibili razionamenti per l’inverno. La possibilità della settimana corta resta in effetti in piedi, ma non verrà applicata in maniera indiscriminata a tutti gli istituti.

La ripartenza al 12 settembre

Bianchi energia. Il Ministro ha poi concluso la sua analisi parlando dell’apporto che ha avuto la scuola in questi 3 anni di emergenza pandemica anche in riferimento all’emergenza docenti. Lo stesso ha infatti affermato come: “le scuole abbiano sempre fatto la loro parte, con Comuni e Province. Abbiamo 650-700mila docenti di ruolo, abbiamo attivato quest’anno le supplenze annuali dal 15 agosto. Le cattedre scoperte sono quelli che rinunciano o per situazioni impreviste, come malattie. Il dato nazionale è del 5%“, ha concluso il Ministro dell’Istruzione.