In The Fabelmans Steven Spielberg ha messo molto della sua biografia e il regista ha raccontato i dettagli di questa scelta.

The Fabelmans, per Steven Spielberg significa raccontare davvero se stesso

L’ultima fatica cinematografica di Steven Spielberg, The Fabelmans, sta per cominciare la sua corsa nelle sale. L’uscita del film è prevista per l’11 novembre negli Stati Uniti, mentre in Italia ― dove si intitolerà I Fabelman ― dovremo aspettare il 2023 per vedere una delle pellicole sicure protagoniste di questa stagione cinematografica.
Intanto, al Toronto Film Festival si è svolta l’anteprima e, contestualmente, è arrivato online il trailer dell’opera.

Proprio in occasione di una conferenza stampa durante il festival, il regista ha potuto raccontare l’importanza che questo progetto ha per lui, anche per ricollegarsi a frammenti del suo passato, in particolar modo della sua infanzia.

“Nella mia carriera, pur raccontando diversi aspetti di me stesso, l’ho sempre fatto mettendo la cinepresa tra me e quegli elementi personali. Era un modo per proteggermi ma non potevo farlo con questa storia, e il cast sa bene che, da un punto di vista emotivo, si è trattata di un’esperienza davvero difficile. In alcuni momenti, non tutti ovviamente, è stato molto complicato farci i conti”.

“Non è il mio ultimo film”

Spielberg è entrato ancor più nel dettaglio, dichiarando che The Fabelmans ha rappresentato per lui l’occasione per “riportare indietro” sua madre e suo padre ― nel film interpretati rispettivamente da Michelle Williams e Paul Dano ― e affrontare la memoria dolorosa del loro divorzio.

“Ci sono stati dei momenti molto tristi nella mia vita, come in quella di tutti noi, e il divorzio è sempre qualcosa di traumatizzante, per questo ho deciso di raccontare la storia del divorzio dei miei genitori. Volevo raccontarla in modo che fosse completamente onesta rispetto ai miei ricordi e riflettesse quel mio periodo di crescita insieme alle mie sorelle, a mia madre, a mio padre e a mio zio Benny”.

La pellicola è dedicata proprio alla madre del regista, Leah, e c’è chi ha visto in questa volontà di fare i conti col passato, il desiderio del regista di chiudere la propria carriera con quello che sarebbe un perfetto “canto del cigno”. Spielberg, che con il precedente West Side Story aveva coronato il sogno di dirigere finalmente un musical, ha smentito seccamente queste dicerie, dicendo di non dare acolto a chiunque dica una cosa del genere.

Per approfondire temi e curiosità legate al cinema, l’appuntamento è con Buio in Sala, la domenica dalle 20 alle 22 su Radio Cusano Campus.