L’aumento dei tassi dei mutui deciso dalla Bce, provocherà costi maggiori per famiglie e imprese.

Per frenare l’inflazione, infatti, la Banca Centrale Europea, con sede a Francoforte, ha deciso di aumentare il costo degli importi mensili.

L’aumento dei tassi dei mutui arriverà fino al 35% in più per tutti coloro che hanno scelto di sottostare alle variazioni del mercato.

Coloro che, invece, hanno scelto di contrarre mutui a tasso fisso, potranno beneficiare di maggiori certezze.

Aumento dei tassi dei mutui, la decisione della Bce

L’inflazione ha toccato soglie da record, attestandosi intorno al 9,1% ad agosto, decisamente in aumento rispetto all’8,9% di luglio.

Per porre un freno a questo scenario, tentando di abbassare uno dei valori più alti nella storia dell’Eurozona, la Banca Centrale Europea, ha preso la decisione di rialzare i tassi di interesse di 0,75 punti base, che si vanno a sommare all’aumento di 0,50 punti di luglio, portando così il costo del denaro a +1,25%.

Questa mossa, però potrebbe avere conseguenze inevitabilmente negative per migliaia di famiglie e imprese che vedranno aumentare i tassi dei loro mutui.

Secondo i nuovi cambiamenti previsti dalla Bce, i primi a risentire di questi rialzi, saranno coloro che hanno già sottoscritto un mutuo a tasso variabile.

I mutui a tasso variabile, infatti, come già anticipato, hanno visto un primo rialzo da luglio ad ora e, adesso per molti, potrebbe trattarsi di un rincaro di +35%.

I nuovi rialzi, andrebbero a colpire non solo gli immobili ma anche le spese più piccole come le automobili.

Mutui a tasso fisso ed effetti di questi nuovi cambiamenti

Tutti coloro che invece, hanno già sottoscritto dei mutui a tasso fisso, per il momento avranno più certezza sulle rate mensili.

I mutui a tasso fisso, infatti, non dovrebbero registrare altri rincari nel breve termine, i cui valori si attestano intorno all’1,8%, a cui va sommato lo spread applicato dalle banche, oltre alle spese.

Alcune banche, propongono il “tasso finito”, un valore che tiene conto di entrambe le componenti, ovvero il tasso e lo spread.

Tuttavia, pur essendo più contenuti, questi valori rimangono piuttosto alti rispetto ai due anni precedenti.

L’unico vantaggio del tasso fisso è quello di avere più certezze sugli importi mensili, cosa che viene a mancare nei mutui a tasso variabile.

Contraendo un mutuo a tasso fisso, infatti, i sottoscrittori accetteranno di pagare qualcosa in più al momento della stipula del contratto ma avranno il vantaggio di un tasso congelato che non risentirà delle fluttuazioni del mercato.

Tuttavia, tutti coloro che decideranno di contrarre un nuovo mutuo a tasso fisso, andranno certamente incontro a interessi maggiori rispetto a chi ha ottenuto la stessa tipologia di mutuo nei mesi precedenti.

Queste decisioni, avranno notevoli effetti anche sul mercato, dal momento che, molte persone preferiscono i mutui a tasso variabile, che partono da una base più bassa rispetto a quelli a tasso fisso.

Inevitabilmente, le conseguenze della guerra in Ucraino e della crisi energetica, continueranno a ripercuotersi anche sul fenomeno inflattivo e dunque, non sono da escludere ulteriori mosse.

In questo momento, qualunque scelta potrebbe essere un rischio per chi vuole contrarre un mutuo.

Come ha spiegato Alessio Santarelli, Direttore Generale Broking del Gruppo “MutuiOnline”, a “Il Sole 24 Ore”:

“Chi sta per contrarre un nuovo mutuo dovrebbe valutare di accelerare i tempi per catturare l’ultima finestra utile per un tasso ancora economicamente vantaggioso”.

Inoltre, Beatrice Rubini, executive director di “Crif”, ha spiegato a “Milano Finanza” quanto segue:

 “Negli ultimi anni si era consolidata la tendenza a utilizzare il credito rateale per finanziare anche acquisti di importo contenuto. Adesso però rischiano le imprese, che già devono fare i conti con l’aumento dei costi di molte materie prime e, soprattutto, dell’energia”.