Tre caschi blu sono rimasti feriti nel Nord del Mali quando il loro veicolo ha colpito una mina tra Ber e Timbuktu. Lo scrive su Twitter la missione Onu (Unmis) nel Paese, senza specificare la nazionalità dei feriti, né la gravità delle loro condizioni. Minusma, come l’esercito maliano, è regolarmente bersaglio di attacchi da parte di jihadisti che combattono qualsiasi presenza straniera e le rappresentanze statali. Le mine e gli ordigni esplosivi improvvisati sono una delle armi preferite dai jihadisti. Esplodono a contatto con una ruota o vengono fatti esplodere a distanza.
Grazie alla mediazione del Togo la scorsa settimana sono state liberate tre donne soldato che facevano parte del gruppo di 49 militari ivoriani arrestati all’aeroporto di Bamako a metà luglio. Per gli altri 46 “mercenari”, ancora imprigionati in Mali la situazione è meno rosea. I soldati dovevano essere impegnati nell’ambito delle operazioni di supporto logistico della missione Onu in Mali, Minusma, ma il governo di transizione ritiene che siano mercenari. Ora per la loro liberazione il governo di Bamako pretende l’estradizione immediata di tutti politici maliani che si sono rifugiati in Costa d’Avorio. Richiesta che ha irritato non poco il governo ivoriano. Una fonte vicino alla presidenza di Yamoussoukro (capitale della Costa d’Avorio) ha risposto che la pretesa avanzata dal presidente Assimi Goïta è un ricatto e i soldati ancora in mano ai maliani sono ormai ostaggi del governo di transizione.
Caschi blu dell’Onu a Mali, situazione delicata anche in Costa d’Avorio
La Costa d’Avorio esclude categoricamente l’estradizione dei personaggi politici maliani. Si tratta del figlio dell’ex-presidente del Mali, Karim Keïta, l’ex primo ministro Boubou Cissé e l’ex ministro Tiéman Hubert Coulibaly, contro i quali la giustizia maliana ha spiccato, in alcuni casi, mandati di cattura internazionali. Poco più di una settimana fa il presidente golpista del Mali, Assimi Goïta, ha ricevuto a Bamako il suo omologo del Burkina Faso, Henri Sandaogo Damiba, salito al potere con un colpo di Stato lo scorso gennaio. I colloqui tra i due capi di Stato si sono concentrati sulla cooperazione bilaterale e sulla sicurezza. Durante l’incontro è stata toccata anche la questione dei militari ivoriani. Poi i due presidenti hanno parlato per lo più del problema sicurezza, inquanto entrambi i Paesi sono particolarmente esposti ai continui attacchi di gruppi armati affiliati ad Al-Qaeda, o da altri, fedeli allo stato islamico.