Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani deve ancora sbollire la delusione per il mancato accordo sul price cap al gas durante il Consiglio Europeo di venerdì scorso.

Gas, Cingolani parla più o meno indirettamente della posizione ambigua della Germania

Roberto Cingolani usa parole secche e nemmeno troppo velate per accusare l’Ue sul mancato accordo per il tetto al prezzo del gas. Il ministro della Transizione Ecologica si rivolge poi al suo ipotetico successore, chiamato a portare avanti la trattativa sul tavolo europeo:

Sono sicuro che tra i 27 Paesi membri c’è qualcuno che paga il gas russo molto meno degli altri e si sta dunque avvantaggiando da questa situazione. Razionamento? Più che di razionamenti si dovrebbe discutere di rigassificatori

Da un lato ci sono i legittimi timori dei Paesi più vulnerabili, più dipendenti dalla Russia dal punto di vista energetico, e poi c’è chi sta guadagnando moltissimo da questa situazione: non lo dico a caso, basta osservare come sono cambiate le bilance commerciali dei 27 membri Ue negli ultimi mesi

Sulla questione del price cap voglio dire una cosa: forse faremo in tempo con questo governo in carica, altrimenti passerò il testimone e i relativi dati, al mio successore

Roberto Cingolani, ministro MiTe

Il riferimento è alla Germania e alla voce secondo cui il Bundestag avrebbe negoziato i contratti al ribasso con Gazprom per scongiurare una crisi energetica. Cingolani rimarca poi un colloquio telefonico avuto con il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, il quale avrebbe comunicato che Berlino continua a valutare i possibili rischi comunitari di un “no” al price cap.

Parola chiave “rigassificatori”

Infine la palla passa all’Italia e al perché per Roma è importante attualizzare il tetto del prezzo:

Grazie alla diversificazione dei fornitori, tramite gli accordi commerciali raggiunti negli ultimi mesi, abbiamo già dimezzato la dipendenza di gas dalla Russia. Inoltre, se renderemo operativo il primo rigassificatore all’inizio del 2023 la dimezzeremo ulteriormente e con la realizzazione del secondo polo nel 2024 vedremo finalmente l’indipendenza energetica: Ma se questo cronoprogramma non sarà rispettato allora sì che il razionamento del gas sarà un pericoloso allarme

Come Italia sosteniamo il price cap perché i numeri ci dicono che l’Ue è il maggior compratore mondiale, pertanto ritengo legittimo definire un prezzo che tuteli imprese e cittadini

Roberto Cingolani, ministro MiTe

Roberto Cingolani su risparmi e rinnovabili

Infine, sul tema dei risparmi sempre in chiave crisi energetica:

Non credo serviranno. Sono sicuro che gli italiani comprenderanno l’importanza di risparmiare energia. Anzi i dati ci dimostrano che lo stanno già facendo, e io stesso ho cominciato a farlo a casa mia. D’altra parte è nell’interesse di tutti noi non pagare bollette salatissime. Però il risparmio non deve diventare una malattia, deve permetterci di continuare a vivere e a produrre.

Poi la rivendicazione sul tema delle rinnovabili:

Rivendico l’accelerazione che c’è stata: nei primi otto mesi del 2022 Terna ha ricevuto richieste di allacciamenti per 9,3 gigawatt, da comparare con i 2,4 dei due anni precedenti. Sono richieste vere, di chi ha già cominciato a costruire gli impianti. Questa crescita deve continuare. Non solo per centrare il taglio delle emissioni di CO2 del 55% al 2030, ma anche perché ogni 8 gigawatt di rinnovabili risparmiamo 2 miliardi di metri cubi di gas