Terremoto in Papua Nuova Guinea. Un violento sisma, di magnitudo 7.4, ha colpito oggi il paese che ricade nella cosiddetta Cintura di Fuoco del Pacifico, soggetta a frequenti scosse e attività vulcanica.

L’Istituto geologico degli Stati Uniti (USGS), che aveva rilevato il sisma aveva inizialmente lanciato l’allarme tsunami, che poi ha fatto rientrare immediatamente. Secondo l’USGS sono comunque ancora possibili piccole fluttuazioni del livello del mare in alcune aree costiere. Fonti locali a Madang hanno riferito di aver avvertito scosse molto forti.

Terremoto Papua Nuova Guinea un morto diversi feriti

Si riportano danni agli edifici. L’ipocentro del sisma è stato individuato a una profondità di 61 chilometri, a circa 67 chilometri di distanza dalla città di Kainantu.

“Almeno una persona è morta a causa del sisma”

lo ha riferito il deputato Kessy Sawang, aggiungendo che molte altre sono rimaste gravemente ferite. Nel remoto villaggio di montagna di Matoko, ha spiegato Sawang, una persona è stata travolta da una valanga di fango ed ha perso la vita.

I numerosi feriti sono stati trasportati in ospedale in aereo. Ci sono stati gravi danni e si teme che ci siano altri feriti e morti nei villaggi lungo la catena montuosa del Finisterre e in alcune aree costiere, ha sottolineato il deputato. Il terremoto è stato avvertito fino alla capitale Port Moresby, a circa 480 km di distanza.

Il terremoto più forte di sempre

Era esattamente il 22 maggio 1960. Una scossa di terremoto di magnitudo 9.5 provocò uno tsunami di dimensioni gigantesche, con onde alte fino a 25 metri. Il bilancio del disastro fu di circa 3.000 vittime e 2 milioni di sfollati. Per andare a ricercare i terremoti più catastrofici invece, dobbiamo molto probabilmente andare a scovare in epoche molto lontane da noi dove il bilancio dei morti è una stima. Si pensa che il peggiore sia stato il sisma dello Shaanxi, in Cina, nel 1556, che avrebbe causato circa 820mila vittime.

I terremoti in Papua Nuova Guinea sono molto frequenti

I terremoti sono comuni in Papua Nuova Guinea, che sorge sull’anello di fuoco” del Pacifico, un punto caldo di attività sismica a causa della frizione fra piastre tettoniche. Ogni volta che si manifesta un terremoto, per la popolazione è un ricominciare a ricostruire da capo. Talvolta non si fa neanche in tempo a “rimettere su” strade, ponti, scuole e cliniche che si ritrova di nuovo nella stessa condizione. A quattro anni fa circa risale l’ultimo episodio.

A fine febbraio 2018, infatti, ce ne fu uno con oltre 100 morti e centinaia di feriti con una scossa di magnitudo di 7.5, Le scosse hanno distrutto interi villaggi e infrastrutture, causando centinaia di frane che hanno bloccato le strade nel terreno montagnoso. Parte della costa settentrionale del paese fu devastata nel 1998 da uno tsunami, generato da un terremoto di magnitudo 7, in cui rimasero uccise 2200 persone.

Cosa è l’anello di fuoco

L’ anello di fuoco (chiamato anche Anello di fuoco del Pacifico , Orlo di fuoco , Cintura di fuoco o Cintura Circum-Pacifico) si riferisce all’area che circonda l’oceano Pacifico, dove i terremoti e le attività vulcaniche sono molto frequenti. In quest’area che è a forma di ferro di cavallo piuttosto che circolare, sono stati registrati un gran numero di terremoti e attività vulcaniche. Ciò rende l’area ancora più pericolosa a causa del potenziale disastro. Questo anello si estende dalla Nuova Zelanda all’intera costa occidentale del Sud America, con una lunghezza totale di oltre 40.000 chilometri. Attraversa anche l’intera costa dell’Asia orientale e dell’Alaska, passando per la parte nord-orientale dell’America settentrionale e centrale. Sebbene vi sia consenso tra i geologi su quasi tutte le aree incluse nell’Anello di Fuoco, non sono d’accordo sull’inclusione o l’esclusione di alcune aree, ad esempio la Penisola Antartica e l’Indonesia occidentale.