L’Italia non avrà certamente gradito il completo snobismo dell’Ue sul tetto al prezzo del gas alla riunione dei ministri dell’Ambiente e dell’Energia. In attesa di conoscere le proposte della Commissione (giornata chiave sarà martedì) emergono anche retroscena che continuano a mostrare un’Europa tutt’altro che altruista.
Come funziona il razionamento a distanza dell’elettricità
Nella giornata di ieri l’Ue ha tergiversato nuovamente sulla possibile introduzione di un tetto al prezzo del gas riprogrammando la discussione a data da destinarsi. Tra le proposte che la Commissione presenterà il prossimo martedì spicca il razionamento energetico a distanza, in termini tecnici “smart metering”.
Si tratta di una tecnologia abbastanza diffusa nelle case degli italiani e dei cittadini europei, giunta alla sua versione 2.0 in tempi recenti. In breve, questi apparecchi consentono attivazione, disattivazione, e cambi di potenza da remoto. L’obiettivo dichiarato è ridurre la quantità di gas prodotta dalle centrali elettriche. In termini ancora più semplici la potenza generale verrà ridotta durante la fascia di picco (identificata dall’acronimo F1), non necessariamente per tutta la sua durata (parliamo di 11 o 13 ore a seconda della città). Certamente, servirà fare delle scelte tra lavastoviglie, lavatrice, frigorifero, tv e tutti gli altri dispositivi.
Ue nuovamente spaccata sul gas, Germania e Ungheria contrarie
Inoltre, così come l’Italia anche l’Europa si impegna a tassare gli extraprofitti ma in una modalità diversa: in sostanza l’aliquota si paga sui ricavi, facendo sì che il guadagno effettivo di ciascun’azienda non superi una certa soglia (si parla di 200 euro/MWh).
Ma si parlava di posizioni inconciliabili tra i membri Ue, con due Paesi che sembrano “strizzare” l’occhio a Putin e invisi a firmare il decreto sul price cap: Ungheria e Germania. Su Viktor Orban ci sono poche considerazioni, visto il suo approccio critico contro le sanzioni alla Russia, mentre per la Germania si vocifera che dietro alla facciata si nasconda un “gentlement agreement” con il Cremlino per ottenere dei contratti sul gas a prezzi estremamente vantaggiosi (forse anche a mo’ di indennizzo per la questione Nord Stream 1).
Di seguito le parole di Kadri Simson, Commissario Ue all’Energia:
Diversi ministri ci hanno chiesto di analizzare il price cap sul gas importato dall’Ue: se lo scopo della nostra politica è contrastare la manipolazione russa delle consegne di gas all’Ue, ha senso prendere di mira solo il gas proveniente dalla Russia. In questa fase storica nessuna proposta può essere scartata a priori, tuttavia un tetto generalizzato alle importazioni di gas, incluse quelle di Gnl, potrebbe presentare una sfida alla sicurezza dell’approvvigionamento
Kadri Simson, Commissario Ue all’Energia
Erdogan inoltre è tornato ad attaccare l’UE, dicendo che il problema per il Vecchio Continente è da valutare attentamente per non passare mesi difficili.
“Per l’Europa l’inverno non passerà in modo così semplice, sarà molto problematico, molto pesante in termini di costi economici”. Anche perché avrebbe già discusso con il capo di Stato russo Vladimir Putin il prezzo di gas giungendo alla conclusione che: “se il leader del Cremlino sarà d’accordo, il costo dell’energia per la Turchia sarà più vantaggioso”