Oliver Stone è ormai destinato a far dividere in questa fase della sua carriera. Il grande regista tre volte premio Oscar dopo la controversa intervista fiume a Vladimir Putin, di cui non ha voluto parlare con nessuno in questa sua trasferta a Venezia, ha presentato al pubblico in anteprima mondiale Nuclear il nuovo documentario in cui si auspica lo sviluppo di energia nucleare come soluzione alla crisi energetica e dei cambiamenti climatici. Un documentario basato su un libro altrettanto controverso di Joshua Goldstein che ha co-sceneggiato con lui il libro. Un documentario che il maestro del cinema ha voluto dedicare a Vangelis, scomparso prima del termine del film.

Oliver Stone racconta di aver voluto fare il film per dare una sua risposta al dibattito sui cambiamenti climatici: “Ho visto il film di Al Gore nel 2006 e mi ha spaventato. Ho continuato a leggere notizie sempre peggiori. Abbiamo visto l’inondazione in Pakistan, l’ondata di calore in Europa con la peggiore siccità degli ultimi 500 anni. Ci sono tempeste che non capiamo, questi sono degli avvertimenti per noi. Non siamo concentrati, pensiamo all’universo. Io voglio che i miei figli e nipoti possano vivere ancora. Il libro di Goldstein è tecnico, ma pieno di speranza. La Francia, la Svezia, il Canada hanno risolto il problema. Il libro spiega come abbandonare la mentalità di paura”.

Oliver Stone: “Questa è la premier internazionale e tengo le dita incrociate. Giappone, Korea e anche l’Inghilterra hanno recentemente cambiato la loro politica. Reattori nucleari francesi hanno 60 anni e funzionano, sono difficili da costruire ma ci sono anche reattori più piccoli che si possono costruire ora. Ci sono 50 startup che costruiscono reattori per energia nucleare”, mentre sulla cooperazione ottimistica tra Russia e Stati Uniti nonostante la guerra in Ucraina spiega “Non ci sono sanzioni per il nucleare, ci sono tanti prodotti non sotto sanzioni. Sono un ottimista e lo sono sempre stato. Finire uno scontro terribile tra Stati Uniti e Russia con la cooperazione tra i due paesi che ha funzionato per 40 anni in modo fantastico. Se non collaboriamo con russi e cinesi saremmo soli con l’Europa. La guerra è un passo indietro per tutto il mondo”.

Oliver Stone si sofferma poi sulla propaganda del terrore atomico portata avanti dalla guerra e dalla serie di successo Chernobyl: “Lo scienziato che faceva ricerche ha detto di non essere più lo stesso uomo. Quello che gli dispiace di più è che l’industria nucleare è stata bloccata dopo l’incidente. I tecnici sembravano degli amatori del settore, c’è stato un errore e gli scienziati sono stati bravissimi mentre la HBO ha suggerito che la Russia abbia mentito all’AIEA. Non sono in grado di dire se Putin sia cambiato dal 2017 non l’ho più sentito, vorrei evitare i sentimenti sulla Russia”.

Oliver Stone si sofferma poi sulla difficoltà energetica, che può essere superata solo con il nucleare pulito: “Non posso immaginare cosa potrebbe danneggiare i leader politici di questo film, gli elettori non sanno molto del nucleare e le armi nucleari. Le bombe sono state esplose a differenza di ciò che si è sviluppato a livello di energia. Si confonde spesso l’arma nucleare con l’energia nucleare. Se non ci fosse stata questa guerra sarebbero stati rivelati tutti gli aspetti positivi dell’energia nucleare che è stata anche sul banco della COP26 a Glasgow per la prima volta lo scorso anno e speriamo sia solo l’inizio. Il mondo avrà bisogno di quattro volte l’energia elettrica”.

Joshua Goldstein ha svelato come sia nata la loro collaborazione: “Ci siamo incontrati quasi tre anni fa, nessuno poteva trasformare questo libro meglio di Oliver. Io sono un professore ed insieme ad un ingegnere nucleare abbiamo controllato che le informazioni fossero corrette, la paura è l’ostacolo più importante. La gente ha paura del nucleare, il film può colpire il lato emotivo delle persone portandole a superare le loro paure”, mentre tornando su Chernobyl spiega: “Oliver Stone c’è stato e ha parlato con le persone che erano lì, ci sono stati dei malintesi sulla struttura dell’incidente. A Chernobyl le persone sono state esposte alle radiazioni per mancanza di contenimento. Anche le banane hanno un minimo grado di radiazione,’le nuvole hanno causato danni ancora discutibili perché il danno alle persone è talmente esimo. Potrebbero essere qualche migliaio le persone che hanno contratto il cancro, non milioni come è stato detto”.