Accadde oggi, 10 settembre 1898: viene uccisa la principessa Sissi. Elisabetta di Baviera, meglio conosciuta come la principessa Sissi, venne assassinata a Ginevra dall’anarchico italiano Luigi Lucheni. Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, nata duchessa in Baviera a Monaco di Baviera il 24 dicembre 1837. Fu imperatrice d’Austria, regina apostolica d’Ungheria, regina di Boemia e di Croazia come consorte di Francesco Giuseppe d’Austria (nella foto: un francobollo con l’immagine della principessa Sissi emesso dall’Austria ed esposto all’Expo di Shanghai).
Accadde oggi, 10 settembre 1898: viene uccisa la principessa Sissi
L’anarchico Lucheni la uccise perché Elisabetta di Baviera rimase un simbolo della monarchia asburgica, nonostante fosse cresciuta relativamente libera da vincoli sociali e di comportamento normalmente imposti alla nobiltà mitteleuropea del XIX secolo, e nonostante non abbia mai amato la disciplina di corte a Vienna, e le politiche imperiali e alle condizioni di vita dei popoli sottoposti alle autorità dell’Impero austro-ungarico, rimase un simbolo della monarchia asburgica
L’omicidio della principessa Sissi
Nel settembre 1898, l’imperatrice si recò in incognito a Ginevra prendendo alloggio all’Hotel Beau-Rivage sul lungolago, dove già aveva soggiornato l’anno precedente. Il 10 settembre, sempre vestita di nero dopo il suicidio del figlio Rodolfo, celava il viso dietro una veletta (un ventaglio o un ombrellino) ed era difficile da riconoscere. Stava per prendere il battello per Montreux insieme alla contessa Irma Sztaray, quando Luigi Lucheni la pugnalò a morte.
Il prologo del delitto e l’arresto dell’anarchico Lucheni
Informato sull’indirizzo dell’imperatrice e sulle sue sembianze da Giuseppe della Clara, Lucheni si appostò sul Quai du Mont-Blanc, dietro un ippocastano, armato di una lima nascosta in un mazzo di fiori. Al passaggio di Sissi spuntò fuori pugnalandola al petto: un unico colpo secco e preciso. Poi tentò di fuggire lungo la Rue des Alpes, gettando l’arma del delitto davanti all’ingresso del civico numero 3; ma poco dopo venne arrestato da quattro passanti, non lontano dal luogo dell’attentato. Al commissario che lo interrogava chiedendogli il motivo del suo gesto, pare abbia risposto: “Perché sono anarchico. Perché sono povero. Perché amo gli operai e voglio la morte dei ricchi”.