Dopo aver spaventato seriamente i propri cari, il giornalista italiano Mattia Sorbi è riuscito a dare nuove notizie sulle proprie condizioni dopo esser partito per documentare la guerra tra Russia e Ucraina. Stando a quanto si è poi appreso il reporter italiano, che dal 31 agosto risultava praticamente scomparso, è rimasto coinvolto in un conflitto a fuoco che fortunatamente non ha provocato ferie gravi.
È stato proprio lui a comunicare la notizia tramite i canali social:
Cari amici, grazie moltissime per la vostra solidarietà e per tutto l’affetto che state dimostrando in questi giorni, preoccupati per la mia assenza di contatti. Sto bene e sono al sicuro, ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito. Probabilmente sarà così ancora per qualche giorno, ma l’importante è non avere problemi. Sto raccogliendo tante storie da raccontarvi e non mancherò di farvi sapere!
Un forte sospiro di sollievo che ha trovato conferme anche dalla Farnesina che in via ufficiale ha dichiarato:
Sta bene e siamo in contatto con lui. Siamo in contatto con il giornalista coinvolto nell’incidente, sta ricevendo le cure e abbiamo notizie positive sullo stato di salute. In questo momento ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare, in sicurezza, in Italia appena possibile.
Reporter italiano ferito in guerra: la versione della Russia
Qualche ora successiva alla notizia del “recupero” di Mattia Sorbi, dalla Russia è arrivata la comunicazione del Ministero della Difesa che ha così raccontato la vicenda:
L’esercito russo ha salvato il giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito nello scoppio di una mina sulla linea di contatto tra truppe russe e ucraine. Sul posto, i militari russi gli hanno fornito i primi soccorsi, lo hanno portato in un luogo sicuro e hanno assicurato il suo trasferimento di emergenza in una struttura medica.
Questa invece la versione della tv russa Zvedva:
Il giornalista italiano Mattia Sorbi, che è stato fatto saltare in aria dalle mine ucraine, con difficoltà, ma ha potuto raccontare l’accaduto. Persone vestite da militanti delle forze armate ucraine si sono offerte di aiutarlo a raggiungere la prima linea nella direzione Nikolaev-Kryvyi Rih. Sono saliti in macchina con lui e sono andati lì. Ma a un certo momento, gli ucraini hanno fermato l’auto, hanno lasciato l’auto e hanno indicato solo dove andare dopo. Si è scoperto che più avanti la strada era minata e l’esercito ucraino lo sapeva. Pertanto, si aspettavano di uccidere il giornalista e di far passare la sua morte come un presunto atto di aggressione da parte delle forze armate della Federazione Russa. Ma i loro piani non erano destinati a diventare realtà: sebbene l’autista dell’auto sia morto su una mina, l’italiano è sopravvissuto. E i militari russi, che hanno assistito all’esplosione e nonostante il fuoco delle Forze armate ucraine, hanno tirato fuori Mattia dall’auto in fiamme.
In attesa di scoprire i dettagli dell’episodio, va sottolineato il gesto di un collega tedesco Arndt Ginzel che aveva lanciato per primo il campanello d’allarme:
Cosa è accaduto a Mattia Sorbi? È sparito dal 31 agosto. In mattinata il freelance milanese ci aveva scritto di voler recarsi a Oleksandrivka nel quartiere di Kherson. Il villaggio si trova a circa 50 km da Mykolayiv, nella zona rossa. Il luogo è considerato fortemente conteso. Quando siamo arrivati a Mykolaiv intorno alle 17:00 Mattia Sorbi non era più raggiungibile. Gli abbiamo telefonato il giorno prima perché volevamo sapere come valutava la situazione sul fronte meridionale prima di continuare il nostro viaggio da Zaporizhzhia a Mykolaiv. Il telefono del giornalista di guerra funziona ancora, ma nessuno rispondeva o leggeva le notifiche. Tutte le indagini sull’italiano presso l’amministrazione militare locale sono andate a vuoto. Abbiamo raggiunto Oleksandrivka: nessuno degli abitanti del villaggio con cui abbiamo parlato ha visto Sorbi.