Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), ha rilasciato un’intervista a La Repubblica. Ecco i punti salienti emersi durante il colloquio. 

Le accuse di Vladimir Putin

Il presidente russo Vladimir Putin, dopo la pubblicazione del rapporto dell’Aiea, ha accusato la stessa agenzia di non aver denunciato che sono gli ucraini a sparare su Zaporizhzhia. A questo proposito, Grossi commenta:

In quelle stesse ore il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ci ha accusati di non aver denunciato i bombardamenti russi. È normale, sarebbe una sorpresa se non ci fossero simili dichiarazioni. E forse sono una prova che stiamo lavorando bene. Fare il giudice, l’arbitro tra due contendenti, non è il mio mandato. Anzi se lo facessi cancellerei la mia utilità, come garante della sicurezza della centrale nucleare.

Intervista a Grossi sulla missione a Zaporizhzhia: “Sono soddisfatto”

Il direttore dell’Aiea si ritiene soddisfatto della missione a Zaporizhzhia, parlando di cambiamento radicale rispetto allo storico. Allo stesso tempo, Grossi ha sottolineato la “fatica” di un viaggio verso la centrale che ha comunque richiesto tanto tempo a causa delle difficoltà ad accedere alla struttura:

È un cambiamento radicale. Il viaggio per arrivare a Zaporizhzhia è durato quattro mesi, non due giorni, perché era da aprile che chiedevamo di poter entrare nella centrale. La settimana scorsa finalmente abbiamo potuto fare i controlli che abitualmente eseguiamo negli impianti nucleari e che erano saltati con lo scoppio della guerra. Ma abbiamo anche potuto valutare la situazione sul piano della sicurezza: sono andati perduti molti sistemi di comunicazione e ci sono stati molti danni dovuti agli attacchi e ai bombardamenti quasi sistematici all’impianto. 

In particolare, Grossi racconta di aver visto due fori di un metro di diametro, provocati da colpi di mortaio, sul tetto di un magazzino di combustibile nucleare: 

Siamo stati molto fortunati, perché quei colpi avrebbero potuto disperdere nell’ambiente materiale radioattivo. Ripeto, non sono in pericolo i reattori, protetti da edifici molto robusti, difficili da bucare, ma il combustibile non ha lo stesso grado di protezione. E poi c’è il problema dell’elettricità necessaria alla centrale per i sistemi di sicurezza e di raffreddamento. 

Alla domanda dell’intervistatore su come intende procedere, Grossi risponde:

L’idea è dire a russi e ucraini: siete d’accordo in linea di principio che l’impianto non debba essere attaccato? E allora facciamo un semplice accordo di protezione, una ‘santuarizzazione’ della centrale, appunto. Nelle ore successive alla proposta, nonostante le dichiarazioni di Putin e Zelensky, ho colto delle reazioni interessanti dalle parti in causa. Di sicuro non hanno detto no.

Il nucleare può diventare una fonte di energia pulita? 


Molti governi stavano riprendendo in considerazione il nucleare come fonte di energia pulita. Gli eventi ucraini sembrerebbero affossare definitivamente questa tecnologia. Ma Grossi sostiene che il problema non è il nucleare ma la guerra. Quest’ultima – dice – può distruggere un impianto nucleare, uno petrolchimico, un’industria farmaceutica, una chiesa. E afferma:

È inutile nascondere che nell’industria nucleare c’è preoccupazione per l’impatto che tutto questo potrebbe avere sull’opinione pubblica. Resta il fatto che, pur non essendo una soluzione universale, il nucleare è utilissimo in questo periodo di crisi energetica e climatica.