La legge elettorale mette tutti d’accordo; nel non volerla, naturalmente. A cominciare da chi quella legge la volle e la votò a colpi di voti di fiducia. Letta, il segretario del Partito democratico si è lamentato della legge elettorale e del taglio dei parlamentari, ma è a capo della formazione politica che di recente ha voluto (e votato) entrambe le cose. Il numero uno del Pd teme una sconfitta elettorale pesante e dunque ha già individuato una possibile giustificazione: il tracollo della sinistra sarebbe da attribuire al Rosatellum e al taglio del numero dei parlamentari. “Questa legge elettorale, congiunta con la riduzione del numero dei parlamentari, crea un rischio che venga stravolta nei fatti la nostra Costituzione”, è la lamentela di Letta, terrorizzato dal centrodestra che potrebbe fare il pienone di seggi in Parlamento.

Non per niente subito partita la contraerea del centrodestra. A cominciare da Simone Baldelli, vicepresidente dei deputati di Forza Italia: “Il Pd ha la paternità della attuale legge elettorale, ha votato Sì al taglio dei parlamentari per fare il governo col M5S (prima era contrario) e non ha mai proposto i correttivi promessi. Inoltre per colpa del Pd Montecitorio non ha adeguato il suo Regolamento”. Lucio Malan, senatore di Fratelli d’Italia, sul proprio profilo Twitter ha commentato il video in cui Letta mette le mani avanti pensando a come giustificare la probabile disfatta: “Incredibile Enrico Letta! Dice che questa legge elettorale e la riduzione del numero dei parlamentari rischiano di stravolgere la Costituzione. Ma il Pd le ha votate entrambe!”.

Contro il segretario del Pd si è scagliata anche Maria Elena Boschi. La presidente dei deputati di Italia Viva non ha digerito l’ultimo attacco di Letta verso il Terzo Polo e ha così sferzato il numero uno dei dem: “La legge elettorale su cui il governo Renzi ha messo la fiducia era l’Italicum con ballottaggio. Il Rosatellum fu invece frutto di un accordo di Pd, Forza Italia e Lega e la fiducia fu messa dal governo Gentiloni. Il rancore personale di Letta sta facendo male alla comunità del Partito democratico”.