La Procura della Repubblica chiede l’archiviazione del caso per quanto riguarda la canzone di Fedez “Tu come li chiami”, sostenendo che “non si tratta di vilipendio, ma solamente di critica aspra”.

Fedez, quando era poco più che un ragazzo maggiorenne, scrisse una canzone nella quale utilizzava degli attacchi abbastanza duri nei confronti dei politici, delle forze armate, dei militari e della religione.

Lo scorso anno il rapper venne accusato dall’associazione “Pro territorio e cittadini onlus” per vilipendio nei confronti delle forze armate, ma ora la Procura ha chiesto l’archiviazione del caso, dal momento che non sussiste il fatto.

Prendendo la definizione di vilipendio da Wikipedia, si scopre che:

“Si parla di vilipendio, nel diritto penale italiano, in riferimento ad alcuni reati che consistono in manifestazioni di disprezzo verbale rivolte a determinati soggetti. Il termine deriva dalla lingua latina vilipendĕre, composto da vilis, vile, e pendĕre, stimare: considerare vile, giudicare di poco valore”.

Fedez accusato di vilipendio: la richiesta di archiviazione del caso da parte della Procura della Repubblica

Come già affermato in precedenza, la Procura della Repubblica di Milano ha richiesto l’archiviazione del procedimento che era stato avanzato nei confronti di Fedez.

Ecco che cosa è stato scritto all’interno di questa richiesta presentata dal procuratore Francesco Cajani:

La canzone ‘Tu come li chiami’ non ha i connotati del vilipendio ma solo quelli, penalmente irrilevanti, della critica aspra, della provocazione e della ricerca spasmodica della notorietà.

Si tratta dunque di valutare se e come l’espressione infami sia una denigrazione (e dunque un vilipendio) o una provocazione aspra, inopportuna, ma scriminata dal diritto dì critica ex art. 51 cp.

La valutazione del contesto complessivo dell’album, del brano e dell’atteggiamento (ancorché ‘costruito ad arte’ del personaggio Fedez) fanno propendere per la seconda ipotesi.

Invero, è notorio che la musica rap (o anche trap) presenta molte analogie rispetto ai tipici brani trap statunitensi: basti pensare ai numerosi riferimenti alla droga nei primi testi di Sfera Ebbasta e di Achille Lauro.

In sostanza il personaggio è legato a doppio filo alla sua appartenenza ad una ‘figura’ che possiamo definire ‘maledetta‘ e da essa e con essa esprime la propria esistenza costruita su eccessi e provocazioni.

Non è questo un tentativo di sminuire o vedere in diversa (favorevole) luce l’espressione di Fedez, ma è un’analisi prettamente giuridica e giuridico-sociologica che si fonda su due aspetti: l’appartenenza ad una ‘costruzione artefatta’ del personaggio, indipendentemente da ciò che egli pensi o faccia nella propria vita privata; la necessità di ‘pubblicità’ o di ‘notorietà’ all’interno di una costellazione di migliaia di rapper con l’unico fine di emergere dall’anonimato”.

Le dichiarazioni da parte dell’Arma dei Carabinieri

Il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, ha rilasciato delle dichiarazioni all’Adnkronos riguardo la richiesta di archiviazione del caso per vilipendio subito da Fedez, da parte della Procura della Repubblica:

“Non mi meraviglia più di tanto, come d’altronde, ormai da qualche tempo, le proposte di alcuni magistrati”.

Un commento a caldo è stato fatto anche dall’ex colonnello dell’Arma dei Carabinieri, nonché firmatario della denuncia ai danni del rapper, Roberto Colasanti:

Per la Procura della repubblica di Milano la canzone di Fedez ‘Tu come li chiami’, che definisce i carabinieri infami e figli di cani, non integra il reato di vilipendio delle forze armate.

Quanto appreso, oltre a rammaricarci profondamente, desta enorme preoccupazione poiché, qualora tale interpretazione venisse avvallata anche dal giudice per le indagini preliminari, significherebbe riconoscere delle aree di impunità che non appaiono tollerabili in uno stato di diritto.

Per tale ragione e per rispetto dei carabinieri caduti nell’adempimento del dovere e delle sofferenze che tuttora patiscono gli orfani e i loro familiari, ci opporremo all’archiviazione”.

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