Si è raccontato a cuore aperto, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Bruno Barbieri. Lo chef ha ripercorso le tappe della sua passione per la cucina, contraddistinta oggi da ben 7 stelle Michelin, soffermandosi anche sull’esperienza televesiva a Masterchef Italia e sul rapporto con i suoi colleghi: da una lite con Cracco, al carattere duro di Bastianich, fino agli ottimi rapporti con Antonino Cannavacciulo, con cui, ha confessato, “c’è un feeling particolare”.
Bruno Barbieri e la passione per la cucina
È partito dagli esordi, Bruno Barbieri, per raccontare la sua passione per la cucina e il lungo percorso che l’ha portato alle 7 stelle Michelin.
Ha iniziato a pensare di diventare un cuoco quando, da giovanissimo, aiutava le donne di casa a preparare il pane e le tagliatelle e poi, più tardi, per poter viaggiare e raggiungere il padre che lavorava in Spagna:
Noi lo raggiungevamo in estate e così io, fin da molto piccolo, ho imparato a viaggiare. Questa cosa mi stimolava parecchio, oltre al fatto che per me aveva un significato diverso: viaggiare voleva dire raggiungere lui. Quindi a un certo punto ho pensato a un mestiere che mi permettesse di farlo.
Così l’idea della cucina, non supportata molto da suo padre, che aveva in mente per lui una formazione diversa.
Lui non era d’accordo, mi avrebbe voluto ingegnere credo. Furono i miei vicini di casa a convincerlo ma penso che alla fine, quando è morto, fosse consapevole e felice di aver visto cosa ero riuscito a fare. Non me lo ha mai detto, ma io resto convinto che avesse capito di avere avuto torto.
Dalla decisione alle navi da crociera, dove Barbieri inizia a lavorare come cuoco all’età di 17 anni, lavorando tutto il giorno tutti i giorni, fino al successo, che lo ha visto cucinare, tra gli altri, anche per Andy Warhol. Tante rinunce, ma anche tante soddisfazioni.
L’esperienza a Masterchef e il rapporto con i colleghi
Barbieri si è poi soffermato sulla duratura esperienza televisiva a Masterchef Italia:
È stata la benedizione di Gesù. Il coronamento di una vita professionale. Ho fatto tutte le edizioni, sono l’unico e ancora mi ricordo il colloquio iniziale, sulla pernice. Prima di questa trasmissione le persone andavano al ristorante per riempirsi la pancia, ora sanno tante cose in più. È un programma internazionale ma, diciamolo, in Italia lo facciamo meglio che altrove, anche per la nostra storia. Abbiamo dato il via a un cambiamento che adesso sento necessario anche nel mondo dell’hotellerie, spesso fermo agli anni Settanta.
Così, la scelta di dar vita ad un altro programma, “4 Hotel“, in cui Barbieri veste lo stesso ruolo di Alessandro Borghese in “4 Ristoranti”, ossia quello di giudice che può confermare o ribaltare il risultato. Del rapporto con i suoi colleghi, invece, dice:
All’inizio la situazione con Carlo (Cracco, ndr) e Joe (Bastianich, ndr) era decisamente più impegnativa per i caratteri dei miei due soci: molto forti, molto duri. Eravamo tre galli in un pollaio, ma nonostante non fosse semplice ho tanti ricordi belli, divertenti.
Come quella volta che litigò con Cracco per un piatto di passatelli con le vongole: quindici minuti di casino per poi dimenticare tutto. Ma la situazione è cambiata con l’arrivo di Locatelli e Cannavacciuolo.
Loro sono molto più ironici e divertenti. Con Antonino c’è un feeling particolare e Locatelli è quello che cerca di tenere un po’ le fila, altrimenti io e lui scherzeremmo dalla mattina alla sera. Ci frequentiamo anche fuori, a telecamere spente, cosa che non succedeva con gli altri due colleghi… insomma, oggi c’è più complicità.
E, confessa, i colleghi attuali per lui sono anche i più bravi in cucina.