Sale di livello la tensione tra Russia e Europa. La Commissione Ue ha infatti votato a favore della sospensione contro l’emissione di visti turistici ai cittadini russi per l’ingresso nell’area di Schengen. Inoltre, il milione abbondante di quelli già concessi potrà essere riesaminato e ritirato se non saranno soddisfatte le condizioni richieste.
La dura presa di posizione della Commissione sui visti
Scontro totale tra Europa e Russia a suon di dichiarazioni e successive decisioni. La risposta della Commissione Ue segue la regola “occhio per occhio” o, per meglio dire, “sospensione per sospensione”: dal blocco dalle forniture di gas al blocco dell’emissione di visti turistici per l’ingresso di cittadini russi nell’area di Schengen.
La nota congiunta è firmata dalla presidente (tedesca) Ursula Von der Leyen e dalla responsabile degli Affari Interni, la svedese Ylva Johansson:
I cittadini russi non avranno più facile accesso in Europa perché essere un turista non è un diritto fondamentale. Chiunque sia impegnato in una guerra di aggressione non può e non deve beneficiare di agevolazioni per i visti fino a quando continua a perpetrare la sua politica estera distruttiva e l’aggressione militare nei confronti dell’Ucraina, dimostrando un completo disprezzo per l’ordine geopolitico internazionale
L’agevolazione del visto è un segnale di fiducia, che la guerra di aggressione della Russia ha completamente distrutto. Può considerarsi concluso il periodo del “business as usual” con Mosca, l’Ue inoltre non riconoscerà i passaporti russi rilasciati nelle regioni occupate dell’Ucraina
Nota della Commissione Ue
Per i cittadini russi l’Ue sarà più lontana da lunedì prossimo
L’ok della Commissione sarà seguito da quello del Consiglio: alla fine ha prevalso la linea più dura voluta dai Paesi baltici. Settimana prossima si attendono le nuove linee guida prima che la direttiva entri ufficialmente in vigore. In breve l‘iter non solo sarà più lungo ma anche più costoso: la tassa d’ingresso passerà da 35 a 80 euro.
I singoli consolati chiamati a valutare le richieste di visto avranno 15 giorni di tempo prima di deliberare, con la possibilità di proroga fino a un massimo 45 giorni nei casi che richiedono controlli più approfonditi. Vengono, inoltre, imposte restrizioni sui visti di ingresso multiplo nell’area Schengen. Infine i richiedenti dovranno presentare una lista di documenti completa, non potendo più beneficiare della lista semplificata prevista dall’accordo sospeso che vigeva dal 2007.