Il mito di David Bowie in mostra a Napoli dal 24 settembre al 29 gennaio 2023 con la rassegna David Bowie – The Passenger al Pan – Palazzo delle Arti.

Dopo il successo della mostra su Andy Warhol conclusa lo scorso luglio, la società Navigare Arte e Cultura presenta l’importante esposizione dedicata al Duca Bianco, a cura di Ono Arte Contemporanea, realizzata con una raccolta di documenti fotografici di eccezione firmati dal fotografo statunitense Andrew Kent, che instaurò con Bowie un rapporto di fiducia e lo seguì in un intenso periodo, tra il 1975 e il 1978, durante i frenetici viaggi in treno e in nave, in occasione dei suoi tour nelle principali capitali europee.

David Bowie: la mostra a Napoli

A Napoli la mostra su David Bowie presenta 60 fotografie, ma anche documenti, cimeli, abiti, manifesti dei tour e ricostruzioni di ambienti, provenienti dall’archivio di Kent e da collezionisti privati, a testimonianza l’importante periodo che segnò il ritorno di Bowie in Europa e, al contempo, uno sguardo su un continente all’epoca diviso dal Blocco Sovietico.

Da Parigi a Helsinki, da Berlino a Mosca, lo straordinario artista britannico attraversò l’Europa e la osservò, traendone continua ispirazione e trovandovi rifugio in un momento decisivo della sua carriera e della sua vita. Proprio il suo ritorno in Europa sarà l’incubatore per la sua celebre trilogia berlinese: gli album Low e Heroes, del 1977 e Lodger, del 1979.

“Noto per aver realizzato anche le immagini più iconiche di altri grandi artisti come Freddie Mercury, Iggy Pop, Frank Zappa, Elton John e molti altri, Andrew Kent ha reso possibile un progetto straordinario che sicuramente sarà amato dai fan di David Bowie – spiega Salvatore Lacagnina, produttore della mostra ma anche dal pubblico che ancora non si è mai avvicinato all’eclettico artista, protagonista indiscusso della scena musicale contemporanea, attore, pittore, fotografo, capace di influenzare linguaggi artistici ed estetici e di conquistare l’immortalità”.

Il mito

Geniale e camaleontico, David Bowie ha segnato gli anni Settanta come pochi altri artisti. Un genio mutante, il cui trasformismo è stato solo la più appariscente tra le arti di questo indecifrabile dandy, incarnazione di tutte le fascinazioni e contraddizioni del rock e, in definitiva, della stessa società occidentale. Bowie è stato anche uno dei primissimi musicisti a concepire il rock come “arte globale” aprendolo alle contaminazioni con il teatro, il music-hall, il mimo, la danza, il cinema, il fumetto, le arti visive. Con lui scompare ogni confine tra cultura “alta” e “bassa”. Perché – secondo una sua stessa felice definizione – “è insieme Nijinsky e Woolworth”.