Il 2022 è l’anno più secco dal Medioevo a oggi: è quanto emerge dai dati del Programma Copernicus, promosso da Commissione Ue ed Esa (Agenzia spaziale europea).
Siccità, intere aree verdi bruciate o inaridite nel giro di pochi mesi del 2022
Se il 2022 è risultato essere il sesto anno più caldo di sempre, ecco la medaglia d’oro nella categoria “siccità”. Mai infatti si era registrato un clima così secco dal Cinquecento ai giorni nostri, almeno secondo le rilevazioni pubblicate in data odierna dal Programma Copernicus: una missione gestita in maniera congiunta dalla Commissione Ue e dall’Agenzia spaziale europea (Esa).
Sono le immagini satellitari a valere più di mille parole: prendendo in esame il bimestre luglio-agosto di quest’anno si vedono alcune aree passare dai toni del verde a quelli aridi del marrone. Tra le aree più colpite ci sono il sud-est britannico, le regioni settentrionali della Francia e la striscia al confine tra Germania e Polonia. Traducendo in cifre, il 47% del suolo europeo è definito in “condizioni allarmanti”: vegetazione incolta, fiumi non più navigabili e incendi numerosi sono la ricetta del disastro ambientale.
Gli effetti degli incendi sull’aria
Partendo proprio da quest’ultimo fattore, ossia gli incendi boschivi, si associa anche un peggioramento complessivo della qualità dell’aria nelle zone interessate e l’aumento della quantità di emissioni inquinanti: 6,4 megatonnellate di carbonio, il livello più alto per questi mesi dall’estate del 2007. In Russia, inoltre, la geografia degli incendi si è modificata: in Siberia le località colpite da fenomeni ardenti sono localizzate più a sud rispetto al solito.
Sfogliando le cronache storiche, per trovare uno scenario simile nel Vecchio Continente si deve tornare al 1540, quando le temperature furono superiori alla media per undici mesi e vennero registrati appena 60 giorni di pioggia in tutto l’anno, portando alla sparizione dei corsi d’acqua più ridotti.
Parlamento italiano chiamato a votare
Infine, per quanto concerne l’Italia, un emendamento al Dl Aiuti bis introdurrà la figura del commissario straordinario all’ambiente che sarà nominato fino al 31 dicembre 2023. A lui pieni poteri in materia di contrasto al cambiamento climatico con la possibilità di avvalersi di una task force dedicata.