C’è un nuovo strumento per combattere la pandemia da covid-19: si tratta del primo vaccino spray sviluppato in Cina e assumibile per inalazione. Per gli esperti la protezione contro l’infezione è superiore alla tradizionale agopuntura.

Covid, chi c’è dietro al vaccino spray

Arriva dalla Cina l’ultima novità in materia covid-19: si tratta del primo vaccino spray al mondo, in sostituzione del tradizionale metodo con agopuntura. A svilupparlo l’azienda CanSino Biologics, con sede nella regione cinese di Tianjin, che ha successivamente ottenuto l’ok dalla National Medical Products Administration (l’Aifa di Pechino) per la sua commercializzazione.

Il vaccino ha anche un suo nome, Convidecia Air, e sarà somministrato attraverso l’impiego di un nebulizzatore. Dal punto di vista biologico non siamo di fronte a una novità assoluta, visto che la CanSino Biologics ha adattato al nuovo standard il suo vaccino già distribuito per l’iniezione nell’organismo in Cina, Messico, Pakistan, Malesia e Ungheria.

L’obiettivo è velocizzare l’immunizzazione

Per comprendere il grande passo in avanti compiuto dalla scienza bisogna guardare agli effetti: come sappiamo, il coronavirus è un’infezione che attacca le vie respiratorie diffondendosi successivamente in tutto l’organismo. Il Convidecia Air interviene alla radice, stimolando l’immunità delle cellule delle mucose nasali per produrre la famosa proteina Spike del Sars-Cov-2. Rimane immutata la struttura, parliamo sempre di un vaccino a vettore virale che si basa sul principio di adenovirus.

Gli scienziati e i ricercatori lavorano al caso dei vaccini spray già da tempo e i dati attualmente pubblicati sono estremamente rassicuranti: la maggiore immunità delle vie aeree nasali (definite “superiori”) è assolutamente garantita. La CanSino Biologics fornisce le cifre dei suoi test in “beta”: dopo un paio di respiri dall’inalazione la protezione immunitaria è già attivata, nel 91% dei casi si evita il ricovero e nel 66% l’infezione.

Infine, l’ultimo upgrade rispetto ai vaccini tradizionali risiede nella sua conservazione: è infatti in grado di sopportare anche temperature più miti fino a 8°.