Tragedia nel pomeriggio di ieri a Gorizia, dove nel fiume Isonzo è morto annegato un ragazzo di soli 17 anni. Dalle prime ricostruzioni, pare che il giovane si sia tuffato nelle acque del fiume, senza più riemergere, forse trascinato verso il fondale da un mulinello.
Isonzo, morto un giovane: la dinamica dell’incidente
Isonzo, morto dunque il ragazzo che si era tuffato in acqua all’altezza del Parco Piuma di Gorizia. Il suo cadavere è stato rinvenuto solamente tre ore dopo. Le ricerche sono infatti scattate verso le 17, subito dopo che il gruppo di giovani che si trovava con la vittima ha lanciato l’allarme; coinvolti i Vigili del fuoco del comando di Gorizia, i sommozzatori del Nucleo Regionale di Soccorso Subacqueo Acquatico di Trieste e un’unità cinofila. Sulla vicenda stanno indagando le autorità. Oltre all’ipotesi del “mulinello”, non si esclude che il 17enne abbia subito uno shock termico per via della differenza di temperatura fra l’atmosfera e l’acqua del fiume Isonzo.
Il giovane morto nell’Isonzo era di nazionalità tunisina, probabilmente si tratta di minorenne non accompagnato, ospitato nelle strutture di accoglienza di Gorizia. Una circostanza che, però, non è stata confermata dalle autorità.
Un fiume pericoloso
L’Isonzo è ungo 136 chilometri con un bacino ampio 3400 km2, dei quali 1150 in territorio italiano. La parte montana del fiume è compresa nel Goriziano sloveno, mentre la parte prevalentemente collinare e planiziale si sviluppa in Friuli Venezia Giulia, nel territorio di Gorizia.
La pericolosità del fiume Isonzo è ben nota ai residenti della zona, tant’è che sono numerosi gli episodi tragici verificatisi negli ultimi anni. L’ultimo in ordine di tempo soltanto l’anno scorso, dove nell’Isonzo è morto un ragazzino di soli 13 anni mentre stava facendo kayak.
L’Isonzo, dove è morto un 17enne solo ieri, è un fiume veloce, a volte impetuoso. E’ un fiume anche molto freddo: d’estate la temperatura dell’acqua è compresa tra gli 11 °C e i 15 °C. La balneazione nel fiume è quindi altamente sconsigliata proprio per via della pericolosità delle sponde, dell’ assenza di un’adeguata sorveglianza e per il pericolo di piene improvvise.