Con l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente, l’industria casearia tende verso la produzione di latte sintetico, ottenuto cioè senza l’utilizzo di animali. Ecco come si produce e l’impatto che avrà sul mercato mondiale. Tra qualche anno questo nuovo prodotto potrebbe diventare ancora più economico del latte vaccino. 

Proprio come per la carne di origine sintetica, sarà possibile tra qualche anno trovare tra gli scaffali dei nostri supermercati anche il latte sintetico prodotto in laboratorio. Già oggi negli Stati Uniti un’azienda crea proteine prive di origine animale ricavate da microrganismi per la realizzazione di gelati e latte in polvere. 

Addirittura in Israele è possibile acquistare formaggi ottenuti nello stesso modo, mentre un’azienda australiana ha come obiettivo quello di produrre e vendere su ampia scala latte di origine sintetica entro la prima metà del 2023.

Il latte è uno dei prodotti più consumati al mondo. La Fao stima che oltre l’80% della popolazione mondiale consuma regolarmente latte e prodotti caseari e che questi rappresentano una quota importante del nostro introito calorico e nutrizionale.

Per far fronte a costi sempre più ingenti di allevamento del bestiame e della filiera di produzione dei derivati del latte, molte aziende mondiali hanno deciso, quindi, di investire sulla produzione di latte sintetico, vale a dire prodotto senza mucche o altri animali.

In parte la scelta sembra essere spinta anche dalle esigenze di sostenibilità e di salvaguardia degli animali.

Attraverso le pagine del giornale australiano The Conversation, la ricercatrice australiana della Macquarie University Milena Bojovic analizza come stia cambiando l’industria del latte.

Secondo la ricercatrice, così come accaduto per la carne sintetica, progetti e investimenti nel settore caseario cercano di rispondere al crescente bisogno di trovare fonti alternative di proteine e in generale di cibo più sostenibile per il prossimo futuro.

Il latte sintetico, almeno sulla carta, promette di essere un prodotto che risponde a queste esigenze perché per la sua produzione non conta su allevamenti di animali e su tutte le risorse che questi richiedono.

Inoltre, la ricerca si è spinta fino ad ottenere un prodotto il più simile possibile al latte di origine animale, simulandone lo stesso sapore oltre allo stesso aspetto.

Latte sintetico: come si produce e l’impatto sul consumatore

La produzione si avvale di una tecnica biotecnologica emergente nota come fermentazione di precisione.

La creazione in laboratorio del latte avviene da microrganismi che vengono modificati affinché possano produrre le proteine contenute nel latte animale. Sono proprio queste proteine che conferiscono al latte molte delle sue proprietà chiave e contribuiscono alla sua consistenza cremosa e alla sua capacità di schiumare. Minerali, zuccheri, grassi e aromi vengono aggiunti alla base proteica per creare il prodotto finale.

La fermentazione di precisione è un processo non nuovo nell’industria alimentare. Infatti, la legemoglobina di soia usata per produrre i burger di Impossibile Food è prodotta in questo modo.

Sebbene la fermentazione di precisione sia una metodologia efficiente ci sono ancora molti ostacoli da superare. Non solo il prodotto offerto dovrà competere con il latte di origine animale e superare lo scetticismo del consumatore più diffidente e legato ai prodotti caseari tradizionali ma anche, come sottolineato dalla stessa Milena Bojovic in un altro passo della sua intervista, sta aumentando l’interesse verso questo tipo di prodotto sintetico anche da parte di aziende tradizionali. È questo il caso di aziende australiane come Eden Brew o Perfect Day.

Indubbiamente la produzione di latte sintetico ha il potenziale per sconvolgere tutta l’industria lattiero-casearia ma i tempi  per la produzione e le messa in vendita non saranno brevissimi. Non è da sottovalutare infine il rischio di allontanare l’umanità dalla tradizionale agricoltura animale verso sistemi alimentari radicalmente diversi.

Si stima poi che entro il 2030 l’emergente industria statunitense della fermentazione di precisione creerà almeno 700 mila posti di lavoro e un milione entro il 2035, a stabilirlo è un rapporto del 2019 sul futuro del settore lattiero-caseario.