Al via nel pomeriggio il processo sulla strage di Nizza del 14 Luglio 2016. Sono otto gli accusati dell’attentato che sei anni fa provocò la morte di 86 persone e il ferimento di 450. Chiamati a testimoniare anche i familiari delle vittime che chiedono giustizia.

A sei anni dalla strage terroristica del 14 Luglio 2016 a Nizza, si apre oggi il processo che vede 8 persone accusate di quell’attentato, in cui persero la vita, travolti da un camion lanciato a tutta velocità sulla folla ben 86 persone mentre i feriti dell’attacco, rivendicato dal sedicente Stato islamico, furono 450.

Un dibattimento che avrà luogo nella stessa enorme aula bunker costruita nel palazzo di Giustizia per celebrare il processo agli attentati del 13 dicembre 2015 a Parigi.

Al processo, che durerà 3 mesi nella capitale francese, mancherà però il principale imputato, l’autore materiale della strage, il tunisino Mohamed Lahouaiej-Bouhlel di 31 anni, ucciso dalla polizia sulla Promenade des Anglais, il giorno dell’attentato.

La strage di Nizza è il secondo attentato in Francia che ha causato il più elevato numero di vittime dopo quelli del 13 Novembre a Parigi. Il bilancio fu particolarmente pesante per la grande quantità di persone, per lo più famiglie, che si erano riunite sulla celebre Promenade di Nizza nel giorno della Festa nazionale francese per ammirare i fuochi d’artificio e i concerti organizzati per la serata.

Il camion, un enorme mezzo pesante bianco da 19 tonnellate, piombò alle 22.30 sulla folla e continuò la sua folle corsa per quasi 2 chilometri, zigzagando per cercare di fare più vittime possibile. Il gesto fu rivendicato dall’IS ma si trattò, secondo le conclusioni dell’inchiesta, di una dichiarazione “opportunista”, non essendo emersi chiari legami fra l’autista e il gruppo jihadista.

Processo strage Nizza: 8 le persone che verranno giudicate

In aula, davanti a 865 persone che si sono costituite parte civile verranno giudicati 7 uomini e una donna, fra i 27 e i 48 anni, persone vicine a Lahouaiej-Bouhlel o presunti intermediari nel fornirgli il camion e le armi, compresa quella con cui fece fuoco dal finestrino mentre travolgeva la folla. Il processo inoltre sarà trasmesso in diretta nel Palazzo dei Congressi di Nizza per chi non potrà essere fisicamente a Parigi.

Tre di loro, Ramzi Kevin Arefa, Chokri Chafroud e Mohamed Ghraieb che sono accusati di associazione per delinquere a scopo terroristico. Gli altri 5, Maksim Celaj, Endri Elezi, Artan Henaj, Brahim Tritou e Enkeledja Zace, devono invece rispondere di traffico di armi.

Nel box, gli accusati saranno 3, altri 4 compariranno in regime di libertà. L’ottavo, Brahim Tritrou, è invece ricercato dopo aver violato la libertà vigilata, ma il suo avvocato sostiene che si trova in carcere in Tunisia.

Familiari delle vittime ascoltati come testimoni

Durante il processo anche i familiari delle vittime dell’attentato di Nizza saranno chiamati a testimoniare come nel caso di Bruno Razafitrimo che dopo aver perso la moglie sei anni fa, sta crescendo da solo i suoi due figli.

“Sì, sono interessati e non dimenticano, immagazzinano le informazioni, basta raccontargli del 14 Luglio e loro rivivono tutto  quel tragico momento. Quindi sì, ricordano ancora tutto bene, anche se li tengo occupati come meglio posso”, ha detto l’uomo parlando dei suoi figli.

Tragedia similare vissuta anche da Hager Ben Aouissi, fondatrice di un’organizzazione per i familiari delle vittime, anch’ella prossimamente sul banco dei testimoni.

“Il poco che questa prova ci può portare, dobbiamo prenderlo, dice quest’ultima, perché è un passo in questo percorso di ricostruzione, che è molto complicato, stiamo vivendo vite molto danneggiate ma è un passo avanti”.

Secondo lo storico Yvan Gastaut, più di sei anni dopo essere stata colpita da uno degli attacchi più letali e violenti della Francia, Nizza è sulla strada della resilienza e spiega che “nei giorni seguenti, dice, ci sono state molteplici tensioni verso i musulmani, penso in particolare a una comunità che è stata sia un bersaglio che una vittima”.