C’è stato poco Medvedev e tanto Kyrgios nel match di ottavi di finale andato in scena agli US Open 2022. Il russo ha ceduto di fronte all’ultimo finalista di Wimbledon 2022 con il punteggio di 6-7, 6-3, 3-6, 2-6 dopo circa 3 ore di battaglia. Con questa nuova sconfitta, Medvedev perderà ufficialmente la prima posizione nel ranking ATP. Queste le sue parole al termine del match:

Sono deluso. Non ho intenzione di piangere in conferenza stampa… Ma sono deluso. Per alcuni giorni sarò triste, a fissare il mio telefono o il mio computer. Uscendo dal campo, mi sono detto: ‘non sarò più il n.1′. Non so nemmeno in quale posizione finirò: probabilmente in 3/a o in 4/a. Immagino che Alcaraz mi supererà. Ma è una fonte di motivazione per cercare di fare meglio. Non ho giocato abbastanza bene. Fisicamente ho iniziato a sentirmi un po’ peggio nel terzo set, forse è questa la chiave del gioco. In effetti, oggi ho iniziato a sentirmi un po’ male. Mi ammalo ogni volta durante un torneo negli Stati Uniti, a causa dell’aria condizionata pazzesca. L’anno scorso mi è successo a Cincinnati ed è stato meglio, perché raramente ti ammali due volte in due o tre settimane. In generale, posso coprirmi. Ma negli spogliatoi, per esempio, ci sono 20°. Va in doccia, sudi e torni. Se ti prendi qualche minuto per rilassarti, puoi ammalarti. Oggi ho avuto mal di gola, ma non è affatto una scusa, Nick ha giocato bene.

US Open 2022, le parole di Kyrgios dopo la vittoria su Medvedev

Anche Nick Kyrgios ha prontamente commentato quanto successo:

Volevo entrare in quel campo e mostrare loro che sono in grado di abbassare la testa, giocare e vincere queste grandi partite. Il primo set credo sia stata la cosa più importante. Creso che se avesse ottenuto lui quel primo set, sarebbe stato praticamente un compito impossibile per me risalire per vincere. Penso semplicemente di aver giocato nel modo giusto. Ho risposto in maniera incredibile oggi. Il terzo e il quarto set sono stati così liberatori. Mi stavo solo divertendo molto, godendomi ogni momento sull’Arthur Ashe. Davvero orgoglioso di questo. Ovviamente mi sentivo come se avessi spezzato un po’ il suo ritmo, non gli avessi permesso di mettersi comodo dietro la linea di fondo, di giocare il suo stile di tennis. Penso che sia quello che bisogna fare. Ma nel complesso sono rimasto abbastanza soddisfatto della mia prestazione. Ho i quarti di finale. Ovviamente è stata un’esperienza straordinaria sconfiggere il giocatore numero 1 al mondo sull’Arthur Ashe Stadium. Ma non mi piace davvero festeggiare troppo, perché so che se lo affrontassi altre nove volte, probabilmente mi batterebbe la maggior parte delle volte.

Poi, l’australiano ha chiosa in questa maniera:

Penso decisamente di aver migliorato alcuni dei miei punti deboli. Ho davvero analizzato cosa dovevo migliorare all’inizio dell’anno e ci ho lavorato molto duramente. Quindi, sì, non sono quel giocatore che una volta era 13 del mondo. Penso di essere meglio di così. Non so da dove provenga onestamente. Davvero non lo so. Mi sento come se avessi lottato mentalmente così duramente per i primi sei, sette anni della mia carriera.