È stata definitivamente archiviata la causa che vede la famosa band dei Nirvana contro Spencer Elden, il bambino che compare nell’iconica copertina dell’album “Nevermind” mentre nuota nudo verso una banconota da un dollaro. Ora però per lui quello scatto è la rappresentazione della pornografia infantile.
La causa per la foto di copertina di “Nevermind” è stata ufficialmente archiviata. Spencer Elden, fotografato da bambino nel famoso scatto della cover dell’album della band di Seattle, sosteneva che la sua rappresentazione fosse pornografia infantile. Il giudice distrettuale di Los Angeles Fernando Olguin ha però concluso che Elden ha aspettato troppo tempo per poter affermare che i Nirvana lo abbiano sfruttato sessualmente e ha così archiviato il caso.
Nel processo erano coinvolti gli ex membri della band Dave Grohl e Krist Novoselic, la vedova del defunto cantante Kurt Cobain Courtney Love, diverse etichette discografiche e il fotografo Kirk Weddle. La causa nasceva proprio dall’uso da parte dei Nirvana di una foto scattata da Weddle nel lontano 1991 al Pasadena Aquatic Center in California, che ritraeva un piccolo Elden che nuotava nudo verso una banconota da un dollaro trafitta con un amo da pesca.
Nella sua causa, iniziata nell’Agosto del 2021, Elden ha sostenuto di aver avuto stress emotivo, perdita di capacità di guadagno e “perdita del godimento della vita” e che il tutto è proseguito fino all’età adulta a causa di quella foto.
Archiviata la Causa contro Nevermind: la foto non censurata
La richiesta di Elden, ha ribattuto invece la band, cozzava non solo con il volere di Kurt Cobain, che all’epoca della pubblicazione del disco si impuntò perché la foto non fosse censurata, “chi si sente offeso da questa immagine probabilmente è un pedofilo latente”, sostenne lo stesso frontman, autore e chitarrista, ma anche con la condotta che lo stesso Elden ha tenuto nel corso degli ultimi anni, per esempio nel 2016, quando in occasione del venticinquesimo anniversario dalla pubblicazione del lavoro, acconsentì a ricreare l’iconica cover.
Non solo, Spencer: “Si era fatto tatuare il titolo dell’album sul petto, era apparso in un talk show indossando una tutina color carne in una parodia di se stesso e aveva autografato copie di “Nevermind” per venderle su eBay usando inoltre la connessione coi Nirvana per cercare di fare colpo sulle donne”. Con l’archiviazione della causa, comunque, il caso è ormai chiuso.
La vera storia dello scatto
Stiamo sicuramente parlando di una delle copertine a più impatto sociale di tutti i tempi, “Nevermind“ è stato, infatti, un disco che ha segnato gli anni ’90 ed è considerato ancora oggi l’album con il quale i Nirvana hanno raggiunto la fama internazionale.
Basti pensare che all’interno di questo album ci sono capolavori come “Smells Like Teen Spirit”, “Lithium”. Brani che, mescolati all’insolito scatto scelto come copertina dell’album, hanno creato un mix rimasto nella memoria di tutti noi.
Lo stesso Elden, in una vecchia intervista diceva:
“Ripensandoci oggi sembra piuttosto stupido rilasciare interviste su questo argomento, perché io non ho avuto nulla a che fare con quella copertina, ma allo stesso tempo, invece, mi riguarda da vicino. È davvero strano sentirsi parte del momento di gloria di qualcun altro, ritrovarsi sulla scia di quel successo”.
Pubblicare la fotografia di un bambino con i genitali in mostra era scandaloso e lo sapevano tutti, in primis la casa discografica, la Geffen. Quest’ultima però, nonostante tutto, decise di mettersi subito all’opera quando Kurt Cobain presentò l’idea.
Infatti l’idea di questo scatto, venne proprio al frontman della band che raccontò d aver avuto la giusta ispirazione guardando un documentario sui parti in acqua. Tuttavia, la casa discografica, anziché utilizzare una foto di stock, decise di creare un’immagine originale incaricando il fotografo Kirk WIddle di scattarne una. Il resto è storia e soprattutto successo che nessuno avrebbe creduto possibile meno che mai i genitori di Spencer Elden che ricevettero solamente 200 dollari per la foto scattata al figlio.