In attesa del confronto da Cernobbio, Carlo Calenda ed Enrico Letta promettono scintille. I segretari di Azione e Pd non se le mandano a dire via social (su Twitter nello specifico) tra affondi, metafore e vittimismo.
Letta-Calenda, storia di un amore mai sbocciato
A innescare la miccia dell’ultimo confronto social tra Calenda e Letta è il segretario del Partito Democratico in una duplice intervista rilasciata nella giornata di sabato. Il fulcro del discorso è l’accerchiamento ai danni del Pd da parte di M5s, accusato di essere un “progressista della domenica”, e del Terzo Polo
In queste elezioni si gioca anche una competizione sulla leadership del centrosinistra in cui Calenda, Renzi e Conte mirano a fare terreno bruciato intorno al Pd. Calenda, Renzi e Conte vogliono fare quello che hanno tentato di fare per tutta la legislatura, ossia di relegare il Pd a un ruolo marginale e occupare il campo tradizionalmente presidiato da noi. Non è una cosa nuova, in Francia la grande forza riformista è stata colpita da destra e da sinistra finché è praticamente sparita. Stanno cercando di fare la stessa cosa con noi, vogliono distruggere il Pd, ma non ci riusciranno
Enrico Letta a Il Manifesto
Poi l’affondo si sposta sui singoli partiti. Per quanto concerne Azione e il Terzo Polo, l’accusa è di inneggiare continuamente a Mario Draghi che, secondo Letta, va ormai inteso con il passato. In una trasmissione televisiva, inoltre, l’ex segretario Nicola Zingaretti aveva introdotto un curioso concetto di metafora sul tema, poi ripreso dal politico pisano:
Trovo volgare e offensivo continuare a fare il nome di Mario Draghi. Citando Zingaretti, chi si presta a questo gioco fa come quelli che vendono Rolex alle bancarelle: non ci vuole un occhio raffinato per vedere che sono falsi. Io ricordo solo che Italia Viva non ha votato la riforma Cartabia sulla giustizia e che Azione è sempre rimasta ondivaga sulla strategia europea di Draghi sul gas e contro l’ingresso dell’Ucraina in Ue, un tipico atteggiamento di Calenda sulla politica estera
Enrico Letta a Il Manifesto
La replica del segretario di Azione
Naturalmente non poteva mancare la reazione di Carlo Calenda, che mai si è sottratto al dibattito politico social:
Enrico, stai perdendo il senso di ciò che dici. Vedi guerre ideologiche ovunque, io non voglio distruggere nessuno. L’Italia ha bisogno di un partito socialdemocratico così come ha bisogno di un partito liberale, riformista e popolare. Fine.
Carlo Calenda, segretario di Azione
Poi, in risposta alla questione Rolex il parlamentare romano sceglie l’ironia:
Vabbè, direi che il dibattito si sta alzando di livello. Non porto orologi ma nel caso, essendo notoriamente elitario, direi più Vacheron Constantin veri che Rolex falsi. Hai chiesto di eliminare il gas a gennaio, poi di chiudere i rubinetti dalla Russia immediatamente quando era impossibile farlo e continui a dire che sei contrario alle fonti fossili mentre rischiamo il razionamento. Invece di parlare di Rolex facciamo un confronto serio sull’energia
Carlo Calenda, segretario di Azione
L’appuntamento passa ora a Cernobbio, dove è in corso la giornata conclusiva del Forum Ambrosetti, dove il confronto sarà questa volta vis-a-vis.