Il patrimonio di malghe dell’Altopiano di Asiago (Vicenza) è ufficialmente candidato come patrimonio dell’umanità Unesco. Lo ha annunciato il sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern, inaugurando la decima edizione di “Made in Malga”, festival dei formaggi di montagna, in programma nel capoluogo dei Sette Comuni nei primi due fine settimane di settembre.
“Abbiamo il patrimonio malghese più grande d’Europa – ha osservato il sindaco – e siamo pronti a salvaguardarlo con l’appoggio della Regione”. “Abbiamo avviato la pratica per entrare nella riserva Unesco – ha indicato Nicola Lobbia, assessore all’agricoltura di Asiago – indicando le malghe come elemento caratterizzante”.
La candidatura delle malghe dell’Altopiano di Asiago
Sono “esclusive, uniche e peculiari del territorio”. Per questo motivo le malghe dell’Altopiano di Asiago meritano la candidatura all’inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco e la Regione Veneto ha deciso di finanziare con 19.200 euro il progetto proposto dalla Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, condividendo la richiesta di tutelare le malghe inserendole nella prestigiosa lista riconosciuta a livello mondiale.
“Il termine Malga viene utilizzato esclusivamente nelle Alpi orientali italiane, rappresentando quindi un’esclusività, peculiarità ed unicità: l’origine del termine viene ricondotta alle radici cimbriche – spiegano dalla direzione in Regione –. Il patrimonio veneto di 700 malghe, ed in particolare quello malghe dell’Altopiano dei 7 Comuni, rappresenta una ricchezza ambientale ed operativa volta alle azioni di mantenimento paesaggistico dell’alta montagna, oltreché un’occasione, anche a livello turistico – sociale, volta alla riscoperta di tradizioni e mestieri artigianali. La candidatura mira allo sviluppo di un nuovo modello di sviluppo virtuoso, in linea con gli indirizzi di sostenibilità ambientale e sociale”.
Il progetto dovrebbe concludersi il prossimo anno, dopo il completamento del piano di fattibilità. Le 70 malghe dell’Altopiano rappresentano infatti una millenaria attività, oggi minacciata dalla presenza del lupo, e secondo Lobbia, dai piani forestali che non prevedono il disbosco, pratica fondamentale per il ritorno dei pascoli.
La produzione fondamentale delle malghe dell’Altopiano di Asiago è il formaggio Asiago. Nel 2021 sono state prodotte 1.651.083 forme da 35 aziende produttrici, 6 aziende di stagionatura attraverso 1.236 aziende di allevamento con 8.500 addetti alla filiera. Per il direttore del Consorzio di tutela dell’Asiago, Flavio Innocenzi, il prodotto “ha un futuro ancora tutto da scrivere, imboccando nuove direzione a cominciare dall’incremento di vendita all’estero, verso i mercati Usa e del Sud est asiatico, Vietnam e Corea, affrontando nuove strade per il recupero dei valori originali e di naturalezza e con l’accelerazione dei valori fondanti”.
Le dichiarazioni
“La nostra regione è tra quelle che vantano il maggior numero di siti riconosciuti Patrimonio dell’Umanità insieme ad una pregiata selezione di patrimoni immateriali e veri tesori naturalistici degni di essere riserve della biosfera dall’Unesco – ha commentato il presidente Luca Zaia – Crediamo molto in questi riconoscimenti internazionali, come certificazione assoluta delle peculiarità del nostro territorio e come volano per la diffusione dell’immagine del Veneto in tutto il mondo”.
La candidatura delle malghe dell’Altopiano di Asiagosi affianca a quella di altri sette siti veneti e da Venezia arriva un contributo totale di 120mila euro. Come sottolinea ancora Luca Zaia “Questo significa sostenere chi si impegna con tanta passione verso questi obbiettivi. È un preciso segnale con cui la Regione vuole essere al fianco delle comunità locali e di tutti i soggetti che si impegnano in stimolanti percorsi di valorizzazione della nostra realtà unica per bellezza artistiche e paesaggistiche, per beni e tradizioni culturali, per conservazione di antichi saperi che costituiscono la nostra storia. L’attenzione internazionale verso il Veneto è altissima, come confermano i recenti riconoscimenti delle Colline del Prosecco, della Biosfera del Monte Grappa, delle perle di vetro di Murano. C’è la convinzione che tutta la nostra regione sia uno scrigno, che custodisce veri e propri gioielli di grande valore per il mondo intero. Quando uno di questi viene presentato al mondo per essere riconosciuto come tale, tutte le nostre energie devono essere convogliate per una conclusione positiva dell’impresa”.